Inaugurata la Palestra Grande a Pompei. Ora The sound of silence

Inaugurata la Palestra Grande a Pompei. Ora The sound of silence

“ A Pompei il vento è girato! … «Gli episodi negativi  non cancellano i tanti passi avanti fatti. Bisogna dare risalto alla bella pagina che scriviamo oggi.» Mentre  l’eco di queste affermazioni è ancora nell’aria, i riflettori puntati su Pompei si sono già spenti … anzi … più probabilmente si sono spostati per puntare, spavaldi, da qualche altra parte!

Facciamo un attimo il riassunto delle puntate precedenti: il 3 agosto scorso è stata inaugurata la mostra in cui sono stati esposti, per la prima volta in Italia, gli affreschi di Moregine che ornavano ciò che doveva essere una domus o, più probabilmente, una sorta di albergo di lusso dell’antichità; il luogo dell’esposizione il portico meridionale della Palestra Grande, all’interno degli scavi di Pompei, reso fruibile dai recenti interventi di restauro  architettonico e strutturale. Dunque un evento unico in una “location” (termine tanto caro a noi moderni) davvero unica: un’opera d’arte scelta come contenitore di altre opere d’arte; un uovo di Pasqua con una sorpresa, per una volta, per nulla deludente (mi si perdoni l’accostamento un po’ irriverente).

Un’occasione così non può essere sprecata. Ecco, quindi, che uno dei siti archeologici più importanti d’Italia smette di essere un problema per diventare risorsa, “una miniera d’oro che dobbiamo valorizzare appieno”, se vogliamo usare le parole del governatore della Campania Vincenzo de Luca. Peccato, però, che le miniere d’oro siano destinate ad essere sfruttate e poi abbandonate; peccato, inoltre, che quando il ministro Franceschini parla di “episodi negativi”, si riferisca essenzialmente soltanto (ahimè) all’assemblea sindacale che alcune settimane fa ha tenuto il personale lontano dal luogo di lavoro. D’altra parte si sa, il grande problema di un sito ricco e complesso come quello di Pompei sono….le assemblee sindacali!

A onor del vero gli affreschi di Moregine (o Murecine) una miniera d’oro lo sono davvero, ma lo sono per la cultura mondiale, di cui costituiscono patrimonio inestimabile ed insostituibile. Aggirarsi all’interno dell’allestimento nella Palestra grande significa fare un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo, durante il quale si è spettatori e, nel contempo, ci si sente osservati: uomini e donne del passato, con le sembianze di divinità, si ostinano ad osservarci e a parlarci, nonostante la nostra indifferenza, nonostante la nostra fretta  di fotografare per poi, altrettanto in fretta, dimenticare.

Inoltre, come già detto, lo stesso scenario dell’esposizione è di quelli straordinari; la storia del suo ritrovamento, nel 1939, possiamo rileggerla tra le pagine di un saggio di Amedeo Maiuri, all’epoca sovrintendente alle Antichità di Napoli e del Mezzogiorno: «Dopo più di un cinquantennio di scavi di sole case – annuncia lo studioso – officine e botteghe, quando sembrava che l’edilizia pubblica, dopo la scoperta delle incompiute Terme Centrali e delle informi rovine del cosiddetto Tempio di Venere, non avesse più alcun altro edificio da rivelarci, ecco apparire nell’estremo settore nord-orientale della città, accanto all’Anfiteatro, un altro grandioso monumento, unito all’Anfiteatro dalla stessa grande piazza. È la Palestra, la vera grande Palestra romana di Pompei, il campo sportivo per l’educazione fisica della juventus riorganizzata da Augusto». Pagine dimenticate che raccontano di un ritrovamento unico, per la bellezza e lo stato di conservazione.

Ma la nostra memoria è ancora piena  delle immagini di questo memorabile 3 agosto: il ministro Franceschini, impegnato a scattare foto col suo cellulare, e il governatore della Campania de Luca che visitano la mostra, i volti seri, impegnati a seguire le spiegazioni premurose del Sovrintendente Osanna.  

Unica nota lieta in questa presentazione patinata da rivista di gossip, le foto delle restauratrici impegnate nel loro lavoro … finché i fondi lo consentiranno. Le nostre immagini finiscono lì, il resto possiamo solo immaginarlo: finita la giornata cala il sipario sull’ennesimo evento effimero che ha visto Pompei protagonista, ognuno torna alle proprie occupazioni quotidiane.

Qualcuno, forse, sbuffando per il tempo perso e lieto di aver archiviato questa “seccatura”, sarà tornato ai propri impegni, pressanti e urgenti; qualcun altro, stanco per la giornata, avrà trascorso la serata a riordinare le foto, ricordo di una picevole scampagnata. E noi? Noi, magari, cerchiamo di non dimenticare.

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tag: Pompei, Palestra grande, affreschi romani, Moregine, Murecine, Maiuri, Franceschini, De Luca.