Propongo di catalogarli, per chi non l'avesse già fatto, tra i biscotti "non ancora acquistabili".
Già perché l'impegno e la sensibilizzazione per la raccolta differenziata ha ormai raggiunto e coinvolto gran parte di noi e non è più tollerabile che un'azienda di tale rilievo adotti queste confezioni. Non è tollerabile neppure che la normativa consideri ancora lecito questo tipo d'impacchettamento. E non è più tollerabile nemmeno che grandi magazzini, persino quelli che siamo noi, si approvvigionino di e vendano prodotti con incarto non riciclabile.
Certo non sono i fumi dell'ILVA, a ogni cosa il giusto peso, però non è che la questione di coscienza debba essere sempre posta al consumatore finale. Ok, noi differenziamo ma chi produce non può esimersi dal partecipare alla rivoluzione civica.
E poi sono anni che c'è "ancora" sulla confezione, quasi a dirci che sì, finiamo le scorte che abbiamo in magazzino di questi incarti e poi vedrete... sono anni. A questo punto si ravvisa perfino il dolo in un messaggio così architettato.
Sperando che questa non si riveli una battaglia contro i mulini a vento (bianchi).
A onor del vero ho trovato anche questo in fase d'istruttoria, resto in attesa dell'effettiva adozione dei nuovi incarti e intanto mi sfondo di pane burro e marmellata, che è anche meglio.