“Non ho voglia di scrivere versi : dunque accendo un incensiere, vi lascio ardere mirra, gelsomino e incenso e i versi sbocciano nel mio cuore come fiori in un giardino.”
Allievo di Hafiz (XIV Secolo)
Nei Paesi arabi questa resina viene bruciata non solo nelle moschee e nei luoghi sacri come le Zaouie, ma anche nelle case e nelle tende come toccasana e disinfettante o, meglio ancora, contro gli influssi negativi (Baraka). Le donne a completamento delle loro abluzioni e per profumarsi sono solite esporre il loro corpo e gli indumenti ai fumi dell’incenso. I nomadi del deserto, come segno di benvenuto verso gli ospiti, sono soliti bruciare alcune sfere di incenso nei grandi fuochi allestiti davanti alle loro tende. Un detto arabo afferma che i profumi dolci non solo procurano diletto al cuore ma proteggono anche dal malocchio. Le popolazioni berbere del Marocco ( di origini animiste), riconoscono in questa sostanza uno dei metodi migliori per conquistare i favori delle forze invisibili capaci di influire sulla vita umana e nei riti di possessione: sono sette le varietà di incenso che vengono bruciate in favore dei Dijn, gli spiriti evocati durante la cerimonia della Lila. Nella notte delle nozze in Marocco e nel Maghreb è usanza dello sposo bruciare sandalo e benzoino per allietare gli spiriti benigni. In tutte le preghiere è solito associare fumigazioni e, nella 27° notte del Ramadan (la più negativa in assoluto dell’anno) si arde una miscela composta da innumerevoli ingredienti per eliminare tutte le negatività e placare gli spiriti. Maometto, profeta dell’Islam, menziona le tre cose di questo mondo terreno a lui più gradite: le donne, i profumi e la preghiera. Il suo aroma prediletto era il muschio che ai nostri giorni è proibito in quanto è prelevato dalla secrezione delle ghiandole di un cervide simile al capriolo, il moscho. Anche i sufi conoscevano e conoscono bene i poteri mistici degli aromi, degli incensi e degli oli essenziali, che ancora oggi vengono usati per i loro esercizi spirituali. Per i loro riti i sufi usano l’ambra sia di origine animale (secrezione intestinale del capodoglio) che quella fossile, rimasta sepolta milioni di anni e sono soliti bruciarne piccole scaglie (la più pregiata è considerata l’ambra fossile afgana). La sandaracca è uno degli incensi più usati in Marocco e in Tunisia nell’ambito dell’ostetricia, nella convinzione che le sue proprietà rilassanti siano di aiuto nei parti difficili. La varietà prodotta in Marocco è denominata gomma sandaracca ed è ottima anche per legare i diversi incensi durante la bruciatura. Il legno di Ud (Oud) è per esperti in essenze rare ed è largamente diffuso nel mondo arabo. Proviene dall’albero Jinkoh (Aquilaria agallocha Roxb) e la sua profumazione é unica ed indescrivibile. Ricorda vagamente il legno di sandalo ma come dicevo, è il plus nel mondo dei legni da profumo. Assaporare e assorbire il suo profumo è un tesoro destinato a pochi eletti e, combinato ad altre essenze, è riservato alle funzioni religiose islamiche come la natività del Profeta. Nella tradizione marocchina il giorno in cui si assegna il nome al bambino (7° giorno dalla nascita) è usanza bruciare questo legno e favorire la fortuna del neonato. I sufi citati in precedenza, per aumentare le loro capacità meditative e per rendere più profondi i loro esercizi spirituali, fanno largo uso di questo pregiato legno, abbinato all’ambra, che riesce a trasportarli ai misteri reconditi della fede. Tante sono le essenze che quotidianamente vengono bruciata e non solo incensi; lo zafferano per esempio è considerato dai popoli arabi una potente sostanza magica da associare a particolari riti e tra i nomadi viene offerto alla sposa prime delle nozze, con parti di incenso. O ancora l’assa denominata gomma assa fetida che in Marocco è usata per indurre le entità maligne ad abbandonare il corpo di ”indemoniati” (generalmente persone che soffrono di epilessia), nei casi di choc e contro le tensioni interiori. Pagine e pagine sono state scritte sui profumi delle Mille e una notte; centinaia sono le essenze che possono essere usate nelle fumigazioni e che possono donare momenti intimi di pace interiore nel frenetico mondo di oggi. Lasciate da parte i bastoncini di incenso, chimici e nocivi, e cercate di apprendere la tecnica della fumigazione, antica e di rara sapienza. Vi rilasserete davanti alla brace e in poco tempo diventerete esperti in questa tecnica, abbinando e inventando nuove profumazioni, che da sempre sono un bene per il corpo e per la mente. Vi consiglio il libro di Susanne Fischer “Incensi e profumi” ( Ed.Tecniche Nuove), personalmente ho appreso da questo libro le prime tecniche delle fumigazioni, poi l’esperienza e i souks delle essenze hanno fatto il resto.
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