Incentivi economici agli studenti per migliorare il loro rendimento scolastico?

Da Rossellagrenci

Apprendo ora quanto segue su Affaritaliani.it:

“Gli studenti italiani non brillano nelle classifiche internazionali. E allora alcune scuole e università hanno pensato di ricorrere ai premi in denaro per spingerli a impegnarsi di più. È una strategia che funziona? Un esperimento condotto all’Università della Calabria mostra che l’incentivo monetario ha un effetto positivo sui risultati, sia in termini di crediti conseguiti che di voto ottenuto agli esami. Vale però per gli studenti con maggiori abilità, sugli altri l’effetto è nullo. Per loro, l’incentivo dovrebbe considerare i miglioramenti rispetto al passato.”

Questa ricerca (se volete leggerla per intero andate qui) conferma quello che dice il dottor Lavoie nel famoso video sulla dislessia: Come può essere così difficile? Infatti, Lavoie parla della motivazione e dice che non esiste modo di motivare una cosa che non si è in grado di fare come, per esempio, farsi scendere la febbre se il medico ci regala dei soldi!!!

Mi pare, quindi, più veritiero quello che scrivono gli autori dello stesso articolo:

“Non è semplice capire se questa forma di incentivo induca gli studenti a un maggior impegno oppure rappresenti semplicemente un premio assegnato a quelli dotati già in partenza di maggiori abilità (per abilità innate, per un miglior background familiare, eccetera). Se l’incentivo all’impegno è poco rilevante, gli studenti che ottengono i premi non acquisiscono competenze aggiuntive rispetto a quelle che avrebbero comunque acquisto.”

Non è il caso, allora, di chiedersi “quali politiche adottare per migliorare le conoscenze dei giovani? Una migliore selezione dei docenti? Maggiori incentivi agli insegnanti? Formare classi con un minor numero di studenti? Destinare maggiori risorse per migliorare le strutture, i laboratori, il materiale didattico? Politiche che cercano di andare in questa direzione sono state proposte da più parti, senza riuscire a superare l’inerzia esercitata dallo status quo.”

E voi che ne pensate?


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