Si dice che il primo amore non si scorda mai. Si dice che il primo amore, ogni volta che si rincontra, faccia battere sempre il cuore e faccia venire i brividi. Se tutto questo è vero, allora questo film è il mio primo amore ed è la pellicola che mi ha trasformato da semplice spettatore cinematografico occasionale a vero e proprio cinefilo. Sarà difficile parlare di questo film in maniera distaccata e fredda, ma ci proverò lo stesso.Ladies and Gentlemen, per la regia di Christopher Nolan, “Inception”.
Il tipo di cinema di Nolan, si sa, disorienta con intelligenza e originalità lo spettatore, accompagnandolo a mano a mano da una parte per poi spiazzarlo nel finale. Per fare ciò impiega un montaggio pazzesco, anche estremo in alcuni casi (“Memento”), rendendo la concentrazione, elemento fondamentale per guardare i suoi film. "Inception" non è da meno. Nonostante nella prima parte i fatti sono raccontati con un montaggio lineare, si viene, tuttavia, sballottati in questo mondo in cui sogno e realtà si fondono e non conoscendo ancora le leggi che costituiscono il mondo onirico, saremmo, almeno inizialmente, molto storditi. Nella seconda parte (non appena si raggiunge il secondo livello di sogno) iniziamo a farci una prima idea di come funziona il sogno e le sue leggi, ma è proprio in quel momento che Nolan caccia dal suo arsenale il montaggio: i vari “piani onirici” si iniziano ad intersecare tra loro, rendendo il tutto più dinamico e meno statico. Il montaggio diventerà sempre più veloce, con una tensione crescente alimentata sempre più da due fattori principali: il montaggio stesso (non a caso Premio Oscar 2011) e la colonna sonora composta da Hans Zimmer, che dimostra ogni volta di essere il Beethoven del cinema.La sceneggiatura, ideata e sviluppata dallo stesso Nolan per quasi dieci anni (dai tempi di “Following”), funziona in maniera impeccabile. Unisce il classico heist movie con il sci-fi facendo risultare il tutto credibile e mai scontato. I dialoghi sono scritti davvero bene e ben dosati, e anche quelle due-tre battute comedy condiscono il film senza risultare sgradevoli.Tutte queste componenti vengono abbracciate da una fotografia semplicemente perfetta (anche qui Premio Oscar 2011). Fotografia per lo più fredda che da, alle scene che dovrebbero essere in teoria più “calde”, quel tocco di malinconia e rimorso che accompagnerà Cobb per tutto il film.Infine, il cast che Nolan mette in piedi è di prim’ordine. Ognuno perfetto per il ruolo scelto. Leonardo DiCaprio, che meriterebbe l’Oscar (oh che novità), interpreta un personaggio difficile, tormentato e che ha perso in pratica tutto. Ellen Page interpreta il personaggio di Arianna, al quale è stato affidato il compito di progettare i vari scenari in cui il team verrà catapultato, che tra le altre cose è una fantastica citazione all'Arianna mitologica che aiutò Teseo ad uscire dal labirinto. Joseph Gordon-Levitt, Tom Hardy e Ken Watanabe formano delle ottime spalle per il protagonista. C’è, come in ogni film di Nolan, il cameo del grandissimo Michael Caine e infine c’è lei, l’affascinante e sensualissima Marillon Cotillard, che interpreta Mal (in francese significa “male”, mentre in ebraico “angelo”), la quale rappresenta la personificazione del dualismo che permea quasi tutta la cinematografia Nolaniana, e non a caso è sia la dolce metà di Cobb che la sua antagonista principale.
Che altro si può aggiungere? Forse c’è da dire ancora tanto o forse no, ma una cosa è sicura: con questo film Nolan è, di fatto, entrato con prepotenza nell’Olimpo della cinematografia mondiale. Con Inception, Nolan ci ha regalato momenti adrenalinici come la scena d’azione iniziale girata in maniera impeccabile, o momenti “WTF” come la scena finale con la trottola che è ormai un cult del cinema moderno, o momenti emozionanti come il ritorno a casa di Cobb che riabbraccia i propri figli accompagnato dalle sonorità di Zimmer. “The dream is real” dice la locandina, ed infatti Nolan ci ha regalato un sogno che ammiriamo ad occhi aperti, una magnifica esperienza onirica, un Capolavoro reale.