Il 29 maggio sono stati pubblicati i dati ufficiali del Lingotto ed ecco spiccare, in un paesaggio catastrofic-apocalittico come quello in cui si muove l’editoria ed il Paese, un +20% sulle vendite negli stand rispetto all’anno precedente. E se in parte questa percentuale è dovuta all’effetto Roberto Saviano, che con il suo Zero Zero Zero ha portato la sua casa editrice (Feltrinelli) a vincere la palma d’oro per l’incremento di vendite durante la fiera, ben + 40% rispetto al 2012, nonché alla presentazione del nuovo libro di Dan Brown Inferno che ha contribuito a garantire a Mondadori un + 15% (ma una parte è da attribuire anche a Oltre la rottamazione di Matteo Renzi), scorrendo i dati si capisce che questo trend è generalizzato e pervasivo, andando a toccare anche le case editrici più piccole (Sellerio +26%, Iperborea +25%, minimum fax +15%, Zandonai +15%).
Risultati ancora più interessanti, se comparati al numero di visitatori (circa 320.000) stabile rispetto all’anno precedente. Ciò vuol dire che a parità d’ingressi ci sono stati molti più acquisti di libri e questo è un dato su cui gli editori possono riflettere: non soltanto i lettori non si sono ancora estinti, ma ci sono possibilità di crescita.
Che sia il bestseller di Peppapig o l’Educazione siberiana di Lilin poco importa, quello che conta è che riesca ad aprirci nuove strade e nuove idee che non permetteremo a nessuno di sprecare. Come diceva Al Pacino in Any Given Sunday (film di Oliver Stone del 1999): «Inch by inch» (letteralmente “pollice per pollice”, dove il “pollice” è l’unità di misura utilizzata da inglesi e americani al posto del centimetro. 1 inch = 2,54cm). Centimetro per centimetro, senza mai fermarsi, le nostre idee vanno radicate, stimolate e difese e i libri sono, da sempre, un ottimo alleato.