
Prendi una squadra che si trova quarta in campionato ed a -2 da un secondo posto che saprebbe di miracolo sportivo (soprattutto osservando una classifica che vede la Steaua Bucarest quinta dopo il noto caos col Ministero della Difesa), ha in panchina sua maestà Gheorghe Hagi ed in rosa svariati talenti provenienti dalla sua accademia (l’Academia Hagi, of course) ed alcuni giocatori conosciuti, per fare un esempio Nicolita: insomma, il Viitorul Constanta sembrerebbe la classica favola di provincia, uno di quegli esempi da mostrare al mondo e da prendere nelle carriere da videogioco, ma in realtà c’è del marcio in Romania, e non tutto è rose e fiori.
Il Viitorul, infatti, è al centro delle cronache per il suo gioco ed i suoi risultati, ma anche per dei trasferimenti, diciamo, a dir poco insoliti, che hanno suscitato l’attenzione di quegli addetti ai lavori esperti nell’evidenziare le magagne del calcio moderno, e portarle alla luce: no, non c’entra nulla il fatto che Hagi sia, oltre che allenatore, anche presidente e di fatto uomo-mercato (il sogno di Zamparini, per fare un nome nostrano), oppure che l’ex Galatasaray alleni e faccia giocare titolarissimo nel ruolo di falso 9 il figlio Ianis, il miglior prospetto del calcio locale, e sono ben altri i problemi del Viitorul.
E, nella fattispecie, il problema sono i fantasmi. Nessuna infestazione di Casper & friends, sia chiaro, perchè qui si parla di trasferimenti fantasma, e non del classico spiritello infame che va a ”rompere i maroni alla direzione” e non vuole saperne di levare le tende: in particolare, parliamo di quella che poteva essere un’estate magica per il Viitorul, e per i suoi due maggiori talenti, ovvero Cristian Manea e (manco a dirlo) Ianis Hagi.
Nella sessione estiva del 2015, infatti, il club di papà Hagi annuncia in pompa magna la cessione della strana coppia, di quel fantasista che ricorda da vicino l’illustro progenitore ed a soli 17 anni (è un classe ’98) è già titolare, e del difensore capace di esordire e ben figurare in Nazionale alla stessa età (Manea, invece, è del ’97): Manea va al Chelsea per 3 milioni con la prospettiva di un prestito immediato al Vitesse, impegnato in Europa League, il piccolo Ianis invece passa alla Fiorentina per un milione, per un trasferimento che avverrà nel giugno dell’anno seguente.
O, per meglio dire, sarebbe dovuto avvenire, in quanto entrambi i trasferimenti sono avvolti nel giallo più giallo che possa esserci: in Romania, infatti, sin da subito notano come nè i Blues, nè la viola abbiano speso una sola parola sull’ingaggio dei due talenti del Viitorul, nonostante le parole di Hagi ed il tempestivo inserimento di Manea nella rosa del Chelsea da parte dei vari videogiochi (su tutti Football Manager) avessero dato delle certezze sul contrario. Scattano così le indagini sul doppio trasferimento, ed un noto giornalista rumeno arriva ad una scoperta che ha dell’incredibile: Manea era stato sì ceduto, ma nell’estate del 2014 ed al modestissimo Apollon Limassol, squadra cipriota senza alcuna velleità, che infatti l’aveva subito riprestato al club cedente dopo un acquisto da 300mila euro.
Sul finire dell’estate 2015, però, ecco il rientro di Manea alla base, ed un nuovo prestito all’altrettando modesto Royal Mouscron-Peruwelz, squadra rinata dalle ceneri del fallito Excelsior ed attualmente in lotta per non retrocedere nel torneo belga: per lui solo 322 minuti e pochissime apparizioni, non esattamente quello che ci si aspettava da un giocatore dato per fatto al Chelsea. Ed Hagi? Beh, malgrado papà Gheorghe si fosse esposto molto sulla Fiorentina, nessun contratto è stato depositato nè per l’acquisto, nè per il successivo prestito, ed ora la versione più accreditata parla di una semplice opzione, altro che acquisto per un milione: dubbi su dubbi dunque, generati sia dalla presenza dell’Apollon Limassol, che della permanenza di Ianis Hagi, ed avvalorati dallo spettro dei fondi d’investimento.
Andando a spulciare negli archivi, infatti, si scopre come Pini Zahavi, uno degli agenti-padroni notoriamente vicino ai vari fondi che ora controllano il mercato (da ultimo, ha spinto Carrillo all’addio a zero con destinazione-Benfica per ”punire” lo Sporting, reo di aver denunciato Doyen per il caso-Rojo), stia operando sia con l’Apollon, che col Mouscron, società nella quale ha inserito la bellezza di 8,5 milioni per evitare il fallimento, e due suoi uomini di fiducia: in sostanza, dunque, possiamo chiaramente intuire come Manea sia divenuto proprietario di un fondo che, in assenza di offerte concrete, l’ha prestato prima in Romania (dove ha grandi contatti coi Becali, proprietari della Steaua) e poi in Belgio, ”coprendosi” le spalle con quelle parole sul Chelsea (club di cui Zahavi, insieme a Ramadani e Lemic, è consulente fattivo di mercato).
E dalla Romania inoltre individuano il momento preciso in cui Hagi ha deciso di ”vendersi” ai fondi ed alle TPO, ovvero l’anno 2013: l’Academia Hagi era in crisi finanziaria, l’ex Brescia e Galatasaray affrontava un brutto periodo e così proprio in quella stagione avviò i primi contatti con gli investitori occulti, ”promettendo” loro i suoi migliori talenti. Manea così è stato ceduto all’Apollon e non si conosce ancora il futuro del giovane Ianis, ma il difensore rumeno poteva non essere il solo giocatore trasferito fittiziamente a Cipro: il Partizan Belgrado ha infatti sostanzialmente ceduto il passo ai fondi che, dopo aver aiutato il club ad ingaggiare e mantenere i giocatori, poi pressano per cedere ed ottenere così il 33% derivante dalla vendita del gioiellino di turno, e qui entra in gioco quell’Andrija Zivkovic di cui si parla tanto.
Il talentino serbo, un’aletta tutto pepe come tante nate in quel Paese, ha infatti lasciato andare in malora un possibile trasferimento invernale al Real per 15 milioni attraverso il precedente passaggio all’Apollon Limassol in estate, che avrebbe potuto portare un grande bonus economico a chi ne gestisce occultamente il cartellino ed al suo club. Il motivo? La non volontà del ragazzo e del padre di entrare nel sistema delle TPO, e così Zivkovic andrà via a parametro zero nel giugno 2016 ed è ora fuori rosa: una scelta che poteva fare anche l’altro talento Ninkovic, che invece ha scelto di farsi cedere al Genoa (che l’ha ”parcheggiato” al Chievo) per 500mila euro, pur di portare qualche (misero) soldino nelle esangui casse del Partizan.
Il club serbo infatti, pur avendo ceduto giocatori per 100 milioni nelle ultime stagioni, è in rosso di 13 milioni, e questo è dovuto al patto col diavolo siglato coi fondi, che si portano via da un terzo all’intera somma ricavata dall’addio del campioncino di turno (come ha svelato Football Leaks in alcuni contratti): un patto col diavolo che, a quanto sembra, è stato firmato anche dall’ex re di Romania Gheorghe Hagi, come dimostra la questione-Manea e forse dimostrerà anche il futuro del figlio Ianis.
Trasferimenti fantasma, annunci fasulli ed i fondi d’investimento a prendersi la scena pur restando totalmente nell’ombra: insomma, il Viitorul sarà anche quarto e vicinissimo al secondo posto che varrebbe la qualificazione ai preliminari di Champions, ma in quel di Costanza c’è poco da star sereni, statene certi…
