
In principio fu Dario Conca, ma poi ne sono venuti tanti altri, ed altri ne verranno ancora, potete starne certi. Come? Non sapete chi è Dario Conca? In questo caso vi suggeriamo un viaggetto alla ricerca di un trequartista argentino che fece grande la Fluminense (finale di Libertadores e Copa Sudamericana, ma anche la vittoria del campionato 2010) in un periodo in cui di argentini in Brasile se ne vedevano molti meno, ma non è questo il motivo per cui citiamo la mezzapunta cresciuta nel River: Conca è stato infatti un precursore, la prima stella internazionale (seppur del continente sudamericano) a sbarcare in Cina, in quello che ormai sta diventando il nuovo Eldorado del calcio.
Uno stipendio che superava di gran lunga i 10 milioni e via, la Flu era solo un ricordo per il nuovo 10 del Guangzhou Evergrande, portato alla vittoria della Champions League, prima di perdere il posto a danno dell’altro brasiliano Elkeson (ai tempi inseguito anche dalla Juventus, ed autore di 59 reti in 72 gare con l’Evergrande), ed il suo trasferimento sembrava destinato ad essere la classica cattedrale nel deserto, visto che per qualche periodo nel paese asiatico erano arrivati solo giocatori sul viale del tramonto (Drogba ed Anelka, allo Shenhua) oppure elementi che non erano riusciti a sfondare in Europa: un dato che ha però subito una netta inversione di tendenza in questa sessione di mercato, che verrà ricordata come quella del ”saccheggio” da parte dei club cinesi e dell’arrivo di alcuni grandi (ed ancora giovani) nel paese asiatico.
Oltre 300 milioni investiti da club prima sconosciuti dai più come lo Shanghai Shenhua, il giovanissimo Hebei China Fortune (fondato nel 2010 dal nulla), oppure quello Jiangsu Suning che viene accostato a tantissimi giocatori, ed ha piazzato il colpo più costoso della sessione, con quei 50 milioni sventolati sotto al naso dello Shakhtar per portarsi via un certo Alex Teixeira, 22 gol in 15 gare di campionato ed un abboccamento non riuscito col Liverpool di Klopp, che stravedeva per lui, ma aveva offerto ”solo” 35 milioni. Un colpo, quello legato all’ancora giovanissimo Alex, che ha oscurato l’altro acquisto a prezzi altissimi della sessione cinese, quel Jackson Martinez approdato al Guangzhou Evergrande per 45 milioni di euro, peraltro dopo un avvio di stagione da bollino rosso con l’Atletico Madrid che, grazie alla mediazione di Jorge Mendes (che ha recentemente ceduto il 20% della ”sua” Gestifute al fondo Fosun, interessato anche al Milan e di proprietà dell’11° uomo più ricco al mondo), è riuscito anche a fare una plusvalenza a bilancio.
I MOTIVI DELL’ESPLOSIONE CINESE: DALLE GRANDI PROPRIETÀ AI SUPERBUDGET- Ma perchè questo boom del mercato cinese arriva proprio ora, nella sessione invernale del 2016? Scopritelo con noi in questo viaggio nel paese dei Paperoni, meglio definibile come il regno della programmazione.
Esatto, perchè non c’è nulla di casuale nel boom del paese asiatico, uno dei più ricchi al mondo, che ha semplicemente deciso di provare a diventare qualcuno anche nel calcio mondiale (nonostante una nazionale da 93° posto nel ranking FIFA) e sfruttare delle risorse economiche pressochè illimitate, e nate sulla spinta del governo centrale. È stato infatti il partito a spingere per la creazione di una lega competitiva in Cina, che potesse dar lustro al Paese e far crescere l’intero movimento, con un momento ben preciso a segnare la nascita di questo sistema che ora arriva a strappare i giocatori ai top club europei, e può permettersi anche di fornire 38 milioni di stipendio in due anni ad un Lavezzi ormai sul viale del tramonto, che ha preferito l’immediato approdo all’Hebei (che avverrà dopo l’andata dell’ottavo tra PSG e Chelsea, tanto il mercato cinese chiude a fine mese) alla prospettiva dell’ultimo scampolo di carriera in una tra Chelsea, Inter e forse anche il Barcellona dell’amico Messi.
Era il lontano 2011, quando il governo spinse uno dei più ricchi imprenditori del paese ad investire nel Guangzhou Evergrande per fondare da una società anonima sino ad allora un club glorioso, che divenne da allora in poi (grazie all’intervento di Pechino ed agli ingenti investimenti) una delle superpotenze del continente asiatico: fondamentale in tal senso fu l’arrivo di Marcello Lippi come allenatore, ma soprattutto lo furono quegli acquisti sontuosi, col già citato Conca, Elkeson ed il più recente Ricardo Goulart che hanno preferito i milioni della Cina all’Europa. Inizialmente il Guangzhou non aveva rivali nel Paese (5 scudetti in altrettante stagioni), ma proprio i risultati del club ora diretto da Felipe Scolari e molto più ”brasiliano” (con Paulinho del Tottenham e l’ex Salisburgo Alan a sfavillare) hanno spinto svariati fondi ad investire nel calcio locale, col presidente Xi Jinping a fare ulteriormente da traino per lo sviluppo del modello cinese.
E così ecco arrivare Alibaba a comprare il 50% dello stesso Guangzhou, e sostanzialmente finanziare gli ultimi grandi acquisti, mentre la società del porto di Shanghai finanzierà l’ex Shanghai Dongya, ora diventato SIPG ed allenato da qualche tempo da Sven-Goran Eriksson, che percepisce il ”modesto” stipendio di 19 milioni annui: parleremo in seguito dei grandi allenatori presenti nella Super League cinese, ma torniamo ai fondi entrati nei club, ed arriviamo a quel Beijing Guoan che si divide tra il ricco fondo CITIC e la LeTV Holding, azienda moderna che ha recentemente acquisito il 50% delle azioni. Esatto, perchè sostanzialmente la maggior parte dei club è quotata in borsa e, viste le condizioni del mercato cinese e l’elevata cifra messa a disposizione negli ultimi anni coi diritti tv del campionato, aumenta costantemente il suo fatturato ed il suo potere d’acquisto, com’è successo negli ultimissimi mesi allo Jiangsu, diventato di proprietà del fondo Suning (per il 20% di Alibaba, società fiancheggiatrice di Bee nella trattativa-Milan) dopo un’acquisizione da 523 milioni complessivi (il doppio della cifra pagata per l’Inter), oppure come sta succedendo all’Hebei, una neopromossa che, dopo l’acquisizione da parte del fondo China Fortune Land Development, è diventata all’improvviso una delle regine del mercato.
Andiamo ora ad analizzare nel dettaglio i colpi, le figure chiave e tutte le notizie riguardanti la sessione di trasferimenti cinese (coi club che, curiosamente, investono in tutti i ruoli, tranne che sui portieri), ma anche a dare una panoramica sugli interessi del Paese asiatico nel calcio mondiale: allacciate le cinture per questo viaggio nella Cina dei Paperoni, ed in un torneo che ha superato tutti i grandi campionati europei per la cifra spesa a gennaio (oltre 300mln) e per i suoi stipendi faraonici, decisivi nella scelta dei giocatori ed aiutati anche da un sistema che non considera reato lo spostamento di parte della paga sui conti off-shore, e non è affatto vincolato da leggi come quella del Fair Play Finanziario.
I GRANDI COLPI- Abbiamo già detto di Jackson Martinez e del suo aggiungersi ad una rosa qualitativamente già fortissima per quel che riguardava i 5 stranieri consentiti da regolamento (è stato ceduto Robinho, passato a costo zero all’Atletico Mineiro), e del colpaccio-Alex Teixeira per lo Jiangsu Suning, ma questi due trasferimenti risultano solo la punta dell’iceberg di un mercato faraonico: sono arrivati nel Paese infatti svariati giocatori di talento, e tantissimi club hanno aperto i cordoni della borsa, per dei colpi che ora analizzeremo più nel dettaglio. Il Guangzhou si è limitato a Jackson, subendo anche l’inatteso rifiuto di Miller Bolaños, che sembrava aver firmato ed invece all’ultimo è approdato in Brasile al Gremio, mentre lo Jiangsu, oltre a Teixeira, ha acquistato Ramires per 28 milioni dal Chelsea, l’ex City Jò per 2 milioni ed il nazionale australiano Sainsbury, per un investimento totale di oltre 90 milioni (mentre è sfumato sul più bello Luiz Adriano, che ora è nel mirino del Beijing).
Un legame, quello tra la Cina e l’Australia, che si fa sempre più forte, considerando che i giocatori aussie non rientrano nel limite dei 5 stranieri poichè considerati asiatici (l’Australia fa le qualificazioni in Asia, ed i suoi club giocano nell’AFC Champions’ League), con metà della Nazionale presente nel campionato del paese della muraglia: tra gli australiani militanti in Cina, da pochissimo, c’è anche James Troisi, approdato al Liaoning a costo zero dopo la fine del suo rapporto con la Juventus. Continuando coi grandi colpi, spicca ovviamente l’innesto di Elkeson allo Shanghai SIPG, un trasferimento costato 18 milioni e che riunisce nuovamente il brasiliano e Conca, in un club che ha come centravanti Asamoah Gyan, arrivato a giugno: sull’altra sponda di Shanghai, invece, lo Shenhua, divenuto nel 2014 di proprietà del fondo Greenland, ha sborsato 13 milioni per strappare Guarin all’Inter, ed è tuttora in cerca di nuovi stranieri da inserire in rosa (nonostante abbia già i vari Cahill, Demba Ba, Sissoko e Giovanni Moreno, oltre al greco Avraam Papadopoulos, che ha preso il passaporto australiano), ma non sono i due club della moderna città a rubare la scena sul mercato, bensì il neonato Hebei.
5 anni di storia ed un patrimonio elevatissimo, che ha consentito alla proprietà di investire 18 milioni sul cartellino di Gervinho e quasi 10 su quello di un Lavezzi a scadenza, che firmerà presto un contratto faraonico da 19 milioni netti l’anno: oltre a loro sono arrivati M’Bia e Kakuta dal Siviglia, ed Ersan Gulum dal Besiktas: non male per una neopromossa che vuole sorprendere, e di certo ha superato sul mercato quel Tianjin Teda che da qualche tempo collabora con lo Sporting Lisbona, ed ha acquistato Fredy Montero dai Leões per oltre 11 milioni, inserendo nell’affare anche il cartellino di Barcos, e l’ex Juventus Diagne, costato 1,5 milioni nonostante abbia avuto una carriera davvero modesta sin qui.
Da notare anche la brasilianizzazione in corso dello Shandong (che in rosa vanta giocatori di qualità come Jucilei e Montillo, oltre a Diego Tardelli), che con l’acquisto di Gil (8,5 milioni) ha ulteriormente contribuito a smontare il già saccheggiato Corinthians: una squadra già ampiamente smantellata da questo mercato cinese, visto che il Beijing Guoan si era portato a casa con 9 milioni Ralf e Renato Augusto (pagato 8). Niente male per una squadra che giocherà in Champions, e presto ufficializzerà il colpaccio-Burak Yilmaz per altri 8 milioni, oltre a guardarsi intorno in cerca di rinforzi negli ultimi giorni di mercato, con Luiz Adriano in lista. Abbiamo parlato degli acquisti stranieri, ma anche il mercato nazionale, in virtù dei prezzi folli applicati verso l’estero, ha subito una decisa impennata nella richiesta dei club: succede così che lo Shanghai Shenhua abbia speso 11 milioni per il modesto Jinhao Bi, una sola presenza in Nazionale in carriera, oppure che l’Hebei versi 8 milioni per Nian Jiang, un’onesta riserva della selezione cinese. Per tanti club che spendono cifre-monstre, ci sono poi quelli che non possono permettersi di strafare: una nomina d’onore va fatta anche per i vari Henan (che portato in rosa l’aussie McGowan), Shijiazhuang (autore a giugno del colpaccio-Ruben Micael, pagato 21 milioni l’anno, ma unica stella del club), Chongqing Lifan, Changchun Yatai, Hangzhou, Yanbian e Guangzhou R & F, oltre al già citato Liaoning.
I GRANDI ALLENATORI- Abbiamo già citato Eriksson ed il suo stipendio da 19 milioni annui con lo Shanghai SIPG, e Scolari come nuovo tecnico del Guangzhou (è subentrato a Cannavaro, inizialmente erede di Lippi), ma questi due non sono i soli big ad allenare in Cina: da qualche mese, infatti, c’è anche Alberto Zaccheroni nella lista dei tecnici ”cinesi”, con un’esperienza da avviare nel Beijing Guoan, club della capitale Pechino, mentre lo Shanghai Greenland Shenhua è affidato all’ex Atletico Madrid Gregorio Manzano, e lo Jiangsu (club di Nanchino) a quel Dan Petrescu (ex giocatore del Chelsea e del Foggia di Zemanlandia) che aveva compiuto il miracolo con l’Unirea Urziceni, e si è ripetuto anche in Russia con Dinamo Mosca e Kuban. Lo Shandong vede sulla sua panchina l’ex ct brasiliano Mano Menezes, ed ha puntato invece sull’allenatore autoctono l’Hebei, affidato all’ex gloria del calcio locale Li Tie, mentre in Serie B c’è quella grossa sorpresa che si chiama Tianjin Quanjiang: il giovanissimo club, di proprietà di un imprenditore molto facoltoso ed ambizioso, ha infatti piazzato sulla sua panchina un grande come Vanderlei Luxemburgo, e pescato in Brasile con gli acquisti di Jadson (5 mln) dal Corinthians e Luis Fabiano (a costo zero), ma soprattutto con quello della stellina del Santos Geuvanio, un giocatore finito sul taccuino di molti club, e che è stato pagato 11 milioni. L’obiettivo è quello di vincere la Coppa Nazionale e guadagnarsi la qualificazione alla prossima Champions, oltre ovviamente a centrare una promozione che porterebbe a nuovi investimenti-monstre (i soldi ci sono, il presidente ha stabilito in 3 minuti un investimento da un milione per il materiale tecnico).
GLI OBIETTIVI ED I GRANDI RIFIUTI– Abbiamo già dato per fatti Lavezzi all’Hebei e Burak Yilmaz al Beijing, due affari che si concluderanno presto, e citato l’idea-Luiz Adriano per lo stesso club di Zaccheroni, ma i colpi in canna per i club cinesi sono tanti, e lo sono anche i rifiuti ricevuti dai giocatori chiamati per rinforzare ulteriormente quelle squadre che hanno ancora liberi degli slot-stranieri: i ”no” che fanno più rumore sono quelli di Dani Alves, Arda Turan ed Arbeloa, col turco che aveva ricevuto una proposta da 100 milioni in 5 anni dal Beijing Guoan, ma ovviamente ha preferito restare. Diversa invece la situazione di Arbeloa, che ha preferito concludere il suo contratto col Real e decidere a giugno (quando sarà svincolato) del suo futuro, rispondendo con un sincero ”no, grazie” ai 9 milioni di dollari offerti dallo Shenhua.
Proprio i club di Shanghai sono attivissimi in questi giorni, e l’SIPG si è visto respingere un’offerta di 12,5 milioni dal Chelsea per Remy, visto che a breve i Blues saluteranno Radamel Falcao: il colombiano è ad un passo dallo Jiangsu Suning, che ne rileverà l’intero cartellino dal Monaco e piazzerà un ulteriore colpo, dopo aver tentato di acquistare Gabriel Barbosa (Gabigol) per 28 milioni dal Santos in concorrenza col Guangzhou, che ha messo sul piatto 23 milioni per acquistare Gabi dall’Atletico, tentando club e giocatore. I nomi accostati alla Cina sono tanti, da Hulk (lo Zenit ha respinto le avances dello Shanghai SIPG), a Cardozo (obiettivo dello Shandong), al Galgo Schelotto (Shenhua e Beijing su di lui, dovrebbe rescindere dallo Sporting), fino ad arrivare ai vari Pratto (Hebei, che punta anche Ben Arfa ed offre 12,5 milioni), van der Vaart, Jagielka, Tiotè, Ewerton e Yaya Tourè, sul quale potrebbe avventarsi a giugno Eriksson con una proposta da 40 milioni.
Al momento il più vicino all’approdo in Cina è Jelavic, che andrà al Beijing Renhe in B, mentre hanno detto no in tempi non sospetti Cassano, Pellè, Palacio, Doumbia e Gilardino, e sono molte le idee in ottica estiva: lo Shanghai SIPG farà un nuovo tentativo per Rooney offrendo 30 milioni annui, mentre è svanita la pista-Payet (ha rinnovato col West Ham), ed il grande sogno è quello dello Jiangsu: Dan Petrescu vuole portare in Cina un‘Ibrahimovic prossimo allo svincolo, e chissà che Zlatan non accetti una proposta che lo renderebbe ambasciatore del torneo cinese nel mondo.
I PROGETTI CON L’ESTERO E LE PARTECIPAZIONI NEI CLUB- Il calcio cinese però valica anche i confini nazionali, e d’altronde, visto l’enorme patrimonio degli investitori locali, era impensabile non arrivare a delle partnership e collaborazioni con l’estero, oppure a vere e proprie acquisizioni. In Italia è cinese il Pavia di Zhu, che punta alla Serie A entro i prossimi 4 anni ed alla costruzione di un nuovo stadio da 20mila posti, ma sono di proprietà di investitori orientali anche lo Slavia Praga e l’ADO den Haag, e la rete cinese sta allungando le sue mani anche in Portogallo, dove molti club fanno riferimento ai capitali del paese della Muraglia, e dalla prossima stagione la collaborazione diverrà ufficiale: la Ledman Proelectric, ricchissima azienda cinese, ha infatti ottenuto la sponsorizzazione della Serie B lusitana con un’offerta monstre e delle condizioni-capestro per i club, che saranno di fatto obbligati ad avere in rosa un giocatore del Paese asiatico. Inizialmente la Ledman aveva imposto alle società di far giocare titolari inamovibili questi elementi, un obbligo che è stato poi espunto dall’accordo, che prevede anche l’arrivo di 3 assistenti allenatori per studiare il calcio europeo.
Oltre a questo particolare accordo, non mancano anche le quote acquisite nelle grandi società europee: l’Atletico Madrid ha recentemente venduto il 20% delle sue azioni ad un gruppo cinese, avviando inoltre una collaborazione che porterà i giovani talenti locali a fare esperienza nella cantera dei colchoneros, per poi tornare formati in patria (com’è successo al giovane Xin Xu, appena rientrato all’Evergrande), mentre il fondo CMC Sport Investments ha immesso la bellezza di 358 milioni nella holding che controlla il Manchester City e le sue associate, acquisendone una quota di minoranza: una cifra che verrà reinvestita nell’Academy dei Citizens, per un investimento importante (e caldeggiato dal presidente cinese Xi Jinping), che avrà delle ripercussioni anche in ottica-mercato. Una Cina che punta anche all’ingresso nel Milan, prima con la cordata di Bee ed ora con tre gruppi interessati, su tutti quel fondo Fosun che ha recentemente comprato il 20% della Gestifute di Jorge Mendes, il quale ”casualmente” si è prodigato nel trasferire in Cina Falcao e Martinez.
E scommettiamo che i suoi assistiti ”cinesi” cresceranno col passare dei mesi e degli anni, perchè il mercato locale è in continuo fermento ed espansione, e quando ci si ritrova a ricevere certe offerte milionarie, è davvero difficile rifiutare…
