Incidente all’italiana, Razzismo all’anglosassone

Creato il 16 gennaio 2012 da Albino

Allora. Se casca l’aereo francese costruito dai francesi, e’ colpa della tempesta, o del pilota, o del Brasile, o dell’Oceano Atlantico, o magari, incidentalmente, forse, della progettazione dell’aereo. Si piangono le vittime e morta la’.

Se si sfracella il treno tedesco costruito dai tedeschi, e’ colpa dell’errore nelle procedure di sicurezza, e nell’applicazione del freno di emergenza, e del macchinista, e della rotaia, e della curva, e del pilastro che era proprio li’ dove non doveva essere. Colpa della progettazione del treno? Sia mai: sono tedeschi! Anche qui, si piangono le vittime e morta la’.

Se esplode la centrale nucleare giapponese costruita dai giapponesi, e’ colpa del terremoto, dello tsunami, della Tepco, del governo, delle norme di sicurezza, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Magari nel loro caso si dice anche che sia colpa della progettazione della centrale, ma solo perche’ sono giapponesi e in quanto asiatici l’opinione pubblica benpensante bianca si sente in diritto di poterli cazziare. Si piangono le vittime, si scopano le scorie sotto il tappeto, e morta la’.

Se si sfracella con cadenza praticamente bisettimanale un treno o una nave o un aereo o un bus americani costruiti dagli americani, nessuno dice un cazzo perche’ loro, si sa, sono gli Americani con la A maiuscola, e non so se vi ricordate ma sono andati sulla luna nel 1969, mica noccioline eh. Le vittime manco si cagano perche’ il conto ormai si perde nella memoria: meglio parlare dei talebani va’.

Ma se il capitano italiano rincoglionito di una nave da crociera porta la suddetta nave a sfracellarsi sugli scogli perche’ deve far fare ciao ciao con la manina ai passeggeri? Beh, in quel caso secondo l’opinione pubblica mondiale la colpa e’ solo incidentalmente del capitano; piuttosto, in questo caso e’ quasi ovvio che la colpa dev’essere, in ordine crescente:

(1) della nave italiana costruita da italiani, e quindi sicuramente fatta alla cazzo di cane (begli interni, ma in quanto ad affidabilita’, eh…).
(2) della compagnia italiana che in quanto italiana non sa applicare misura di sicurezza alcuna (si beh, sono di proprieta’ americana, ma sono pur sempre italiani).
(3) delle regole marittime italiane fatte alla cazzo di cane e che non seguono le regole della sicurezza (o che magari ci sono, in quanto europee, ma gli italiani non le seguono).
(4) delle carte nautiche italiane compilate da italiani, che descrivono fondali di mari che solchiamo dall’alba dei tempi ma visto che siamo italiani cazzoni nessuno s’era mai accorto di quel minchia di scoglio.
(5) in conclusione, dell’Italia tutta che dalla caduta dell’impero romano in poi viene vista all’estero come una cozzaglia di coglioni incapaci di gestire nulla in maniera decente.

E non si capisce come mai in occasioni come questa al posto di abbassare la testa e fare il faccino triste delle grandi occasioni, gli americano/australiano/britannico/franco/tedeschi (e c’aggiungerei pure i giappi, e chissa’ chi altri) se la ridacchiano quasi.

Come a fotocopia, glielo leggi nei sottintesi degli articoli di giornale, o nelle news sparate nell’etere planetario. Questo parlare di “nave italiana”, “regole”, eccetera… come certi nostri quotidiani o TG dove il giornalista pone l’accento razzista sullo stupratore rumeno, sulla banda albanese.

E qua in Australia, visti i precedenti migratori, lo stereotipo contiene sempre le solite due parole magiche accostate insieme, a far capire che in fondo in fondo siamo tutti della stessa pasta: Italiani – [paragone] – greci.

Ma andatevene a fanculo va’.