Ciò che maggiormente allarma, però, è l'avvenuto passaggio al grado 7 della scala Ines di valutazione dei disastri nucleari: in virtù di ciò, quello che sta accadendo può essere ufficialmente definito come incidente catastrofico.
Fukushima come Chernobyl, dunque?
Non proprio o non esattamente, allo stato attuale delle cose.
Le premesse, tuttavia, non sono nè ottime nè ottimistiche: "La perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl.", rivela un funzionario della Tepco.
Gregory Jaczko, capo della Nrc (Nuclear Regulatory Commission), parla di un margine di sicurezza prossimo a raggiungere una circonferenza di 80 km di raggio dalla centrale di Fukushima; al contempo le autorità giapponesi riferiscono di soli 30 km per la soglia di sicurezza.
Qualcosa che non va anche qui c'è, è piuttosto evidente. Il rischio di allargamento dell'area pericolosa porterebbe a migliaia di sfollati in più, creando di fatto una nuova emergenza nell'emergenza.
Allo stato attuale quali sono le condizioni interne dei reattori sotto strettissima sorveglianza?
Si elencano nel seguito:
- nuclei 1 e 3 danneggiati, nucleo 2 gravemente danneggiato;
- stato del contenitore nel reattore 1 ignoto, mentre si sospettano danni ai contenitori dei reattori 2 e 3;
- temperatura nel reattore 1 è alta e stabile, in reattori 2 e 3 è più bassa e stabile;
- pressione in aumento nel contenitore del reattore 1, stabile nei reattori 2 e 3;
- severamente danneggiati edifici esterni dei reattori 1 e 3, come quello del reattore 4 (già spento al momento del sisma).
A parere di esperti in materia, probabilmente si. Potrebbe esserci combustibile fuso uscito all'esterno: sarebbe questo uno dei motivi principali del passaggio da 5 a 7 nella scala Ines.
Le domande sorgono spontanee, appunto: Quanta radioattività è uscita, sta ancora uscendo ed uscirà?
Quali sono i rischi per la salute? Esistono complicazioni anche potenziali a lunga distanza?
L'esplosività di Chernobyl potrebbe divenire addirittura più innocua di questa silenziosa ed inarrestabile minaccia costante? Nel mentre, urge ripensare a fondo i criteri di valutazione e percezione del rischio nei confronti di complicate realtà impiantistiche come quelle nucleari.
Urge modulare nuovamente il calcolo del pericolo connesso ad eventi rari e straordinari: occorre valutare anche l'imprevedibile, in parole povere.
Esistono rischi per Stati collocati a grande distanza dal Giappone?
Nonostante esperti riferiscano di no, è opportuno fornire una panoramica completa della questione in merito.
C'è chi crede che ripercussioni siano possibili anche nella nostra Europa: è l'opinione del CRIIRAD, organismo indipendente per il controllo delle radiazioni.
A detta loro, il rischio di contaminazione da iodio 131 (prodotto radioattivo della fissione nucleare, nds) per latte, verdure a foglia larga e pioggia è tutt'altro che trascurabile.
Secondo l'Istituto la precauzione migliore sarebbe quella di prestare attenzione al consumo di verdure a foglia larga e latte sopratutto da parte di bambini, donne incinte o che allattano.
L’avviso può essere ragionevolmente esteso a Stati come Svizzera, Italia, Belgio, Germania e Francia.
Allo stato attuale, comunque, non si presenterebbero rischi da contaminazione pericolosi o rilevanti: "semplicemente" non più trascurabili.
Per chi lo attendeva, da ora è ufficiale: l'incidente di Fukushima è definito come catastrofico.
A livello di ufficiosità, invece, c'è forse qualcosa di più che non possiamo sapere?
Si continui a parlare di bunga bunga o processo breve, nel mentre: la distrazione è ottima.
Per saperne di più:
http://www.ecoblog.it/post/12412/fukushima-effetto-accumulo-radiazioni-nucleari-in-europa-rischio-non-piu-trascurabile
http://www.unita.it/mondo/giappone-nuova-scossa-br-fukushima-come-chernobyl-1.282212
http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_12/giappone_livello_alzato_cenrale_fukushima_f3ee4a46-64c3-11e0-99a5-e45596b05597.shtml