REPUBBLICA CECA SPENTI 3 DEI 4 REATTORI DI DUKOVANY per la perdita di liquido refrigerante destinato al nocciolo. In funzione le unità 1 e 2 dell’impianto costruito nel 1987. Allarme nucleare nel cuore dell’Europa. Nelle scorse ore due dei quattro reattori della centrale di Dukovany, in Moravia meridionale (Repubblica Ceca), sono stati fermati a causa della perdita di liquido refrigerante destinato alle unità 3 e 4 della centrale ceca. Le autorità locali hanno subito rassicurato la popolazione affermando che nessun rischio per la popolazione è stato corso e che la chiusura dei due reattori è necessaria per le operazioni messa in sicurezza dell’impianto. Al momento non è chiaro per quanto tempo le due unità rimarranno chiuse, nel frattempo i reattori 1 e 2 continueranno a produrre energia elettrica per la regione. “I reattori 3 e 4 della centrale di Dukovany sono stati chiusi inaspettatamente al fine di riparare una delle tubature che trasporta il liquido refrigerante necessario a tenere sotto controllo la temperatura dei reattori – ha affermato all’agenzia di stampa ceca Czech News Agency Petr Spilka, portavoce dell’impianto –. è impossibile al momento prevedere quando i lavori di riparazione finiranno e quindi quando le due unità riprenderanno la normale attività di produzione energetica”.
Il precedente
Secondo quanto spiegato dai vertici della centrale, inoltre, il malfunzionamento dell’impianto di raffreddamento è stato individuato lunedì scorso, durante i lavori di costruzione di due nuove torri di raffreddamento. I tecnici stanno valutando in queste ore se propri i lavori di ampliamento della centrale abbiano, in qualche modo, potuto contribuire al danneggiamento dell’impianto che produce, annualmente circa 15.68 Terawatt/ora (TWh) di energia elettrica. Nonostante le autorità ceche siano intervenute subito e i due reattori siano, secondo le fonti ufficiali, sotto controllo perché spenti, l’incidente avvenuto nella Moravia meridionale riaccende le polemiche relative all’utilizzo dell’energia nucleare, polemiche relative soprattutto ai costi di operatività e alla sicurezza di queste strutture. Le conseguenze drammatiche del disastro di Fukushima, l’allora scarsa reattività del personale dell’impianto giapponese, i ritardi e le gravi conseguenze per la popolazione locale e l’ambiente diedero nuova linfa alle posizioni ambientaliste in tutto il pianeta, dando forza a quei paesi che hanno deciso – come la Germania –, di rinunciare a questa fonte di produzione di energia elettrica (è opportuno ricordare che gli impianti nucleari producono esclusivamente elettricità e che in molti casi questa produzione eccede, anche di molto, il fabbisogno dei singoli paesi) per altre considerate verdi o alternative al normale ciclo di produzione basato sul carbonio o sul nucleare.
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Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org