La pupa è caduta, ha battuto la testa e l'abbiamo portata al Pronto Soccorso pediatrico, che fortunatamente si è verificato essere efficiente e rapido, oltre che fornito di simpatica casetta in materiale plastico in cui lei si è divertita un mondo a entrare e uscire affacciandosi alla finestra a fare "cu-ccùùùù!", e appena un'ora dopo eravamo di nuovo a casa, accertato che i riflessi neurologici erano ok, il che significa che il trauma cranico non aveva dato commozione cerebrale, ma io e il padre abbiam dovuto firmare un foglio in cui ci prendevamo la responsabilità di riportarla a casa, malgrado i medici avessero raccomandato l'osservazione ospedaliera per le successive 8 ore, il che significava passare la notte in pronto soccorso e , niente, abbiamo preferito di no.
E comunque non vi dico che situazione rilassante pensare di dover stare per 72 ore vigili e attenti che non si verifichino sintomi sospetti, spie di eventuali versamenti o emorragie interne.
Della serie che è venuto pure a me il mal di testa occipitale per empatia, o forse per l'ansia accumulata ad ogni sonno della pupa: "Non ti sembra che si sia addormentata un filino troppo improvvisamente?" "No, non mi bare" "Aspè, vediamo se reagisce: pupa?" segue ruggito di disappunto per esser stata molestata durante il sacrosanto sonno.
E lasciamo stare la prima notte che l'abbiamo tenuta a dormire in mezzo a noi, per meglio monitorarla, trascorsa in un delirio di continui risvegli e brevi abbiocchi intermittenti, con piedini puntati tra lo sterno e lo stomaco, proprio il punto che amavano prendere a calci ai bei vecchi tempi dell'utero!
Va be': questo accadeva per l'esattezza la sera di lunedì.
Ora sono quasi passate le 72 ore di dovere e sono tranquilla.
Però, ragazzi che botta!
E poi anche doversi sorbire: "Te l'avevo detto che non si era fatta niente. Tu non li hai visti i miei fratelli che botte che danno in testa!"
"Tu non l'hai vista lei come è rimasta dopo la botta, se l'avessi vista ti saresti spaventato pure tu".
Pupa sotto shock ha pianto selvaggiamente per un'ora buona, calmandosi a tratti per poi riprendere improvvisamente con più rabbia e veemenza, ha vomitato il vomitabile, non si lasciava toccare, non ha voluto mangiare, non riuscivo a farla stare in piedi da sola e non riuscivo a capire se riuscisse a coordinare bene i movimenti, infine, distratta con qualche cartone in tv, si è lasciata andare ad un imbambolimento inebetito da cui era difficile distoglierla, la testa tentennante come fosse in trance.
Ma il padre è arrivato dopo circa due ore dalla botta e lei si era completamente ripresa. O almeno così sembrava, ma non è meglio portarla lo stesso per un controllo?
"A quest'ora? Ma è tardi. Che palle, dai. Non lo vedi che sta bene?"
E' così, sempre la stessa storia: madre imbranata che si fa cadere la bambina dal mobiletto del bagno mentre le lava le mani, padre assente che minimizza e polemizza, ma molto di più non fa.
A volte sento il bisogno di una presenza un pochino più forte e complice accanto. Anche un pochino più consapevole di quel che comporti la vita con una bambina piccola e che non liquidi tutto con "fai come ti bare", "dai, non rombere", "oh, che balle che sei!" o "ma non succede niente", visto che non è così, qualche volta le cose brutte succedono davvero, e allora, cosa costa essere un filino più previdenti e cautelosi, e assicurarsi che questa volta è andata bene, invece di dover poi rischiare di dover dire la sciocca frase "Ah, se solo mi fossi preoccupato di fare un controllo in più!".
Ché il nastro non si riavvolge e ogni volta che prendo coscienza del delicato equilibrio per il quale ci troviamo a stare su questa terra e di come sia facile perdere tutto in un soffio, per un attimo di sbadataggine, resetto tutte le mie precedenti convinzioni, mi abbarbico a lei come a una boa uno che non tocca e vorrei dirle che è l'unica cosa importante, che la proteggerò da tutto il male possibile, da tutte le malattie, che avrò cura di lei, mentre invece non sono in grado nemmeno di evitare che una stupida caduta domesticase la porti all'altro mondo.