Ormai aveva perso il conto delle persone che aveva ucciso. E non aveva alcuna importanza. Nella maggior parte dei mestieri, la qualità era più importante della quantità. Così nel suo, anche se con gli anni quella svolta innovativa aveva perso un po' del suo smalto. In più di un'occasione, aveva pensato di trovarsi qualcosa di diverso da fare. Di tanto in tanto si diceva che la vita era piena di possibilità per quelle come lei. Menzogne. Era troppo vecchia. Si sentiva stanca. Quella era l'unica cosa che potesse veramente fare. Ed era in un settore redditizio. La paga oraria era vertiginosa, naturalmente, non poteva non esserlo. Ci voleva tempo per riprendersi, dopo.
Anne Holt, Non deve accadere
può esistere il delitto perfetto? forse no, ma l'omicida perfetto è quello a cui danno la caccia il detective Yngvar Stubø e sua moglie Johanne Vik. gli omicidi si susseguono, sempre più bizzarri e apparentemente privi di legami, ma è proprio questo particolare che dà più da pensare a Johanne, talentuosa profiler. la verità che verrà a galla sarà così sorprendente da lasciare tutti increduli. non conoscevo questa autrice norvegese, ma devo dire che questo suo libro mi ha colpito molto per la ricchezza della trama e l'approfondimento psicologico dei personaggi. di gialli ne macino parecchi e non tutti mi colpiscono in modo particolare; in questo mi ha intrigato proprio la figura dell'assassino, tanto che il finale non ortodosso mi è parso molto adatto.