incipit

Da Guchippai

«Quanto la fai difficile, Demian. Non va bene analizzare così tanto ogni cosa, ogni particolare e ogni gesto. Tutto quello che "non ti quadra" è un buon motivo per imbarcarci in un discorso senza fine. E' estenuante, non trovi? Scusami, ma la verità è che mi annoio quando rimugini mille volte su ogni parola che dico, e il doppio su tutto quello che secondo te non dico. E' tutto a posto, okay? Credo sia meglio lasciar perdere.»Parola più, parola meno, questo fu quel che mi disse Ludmila.
Jorge Bucay, Conta su di meabbiamo rischiato seriamente di passare dal mah all'uhm. devo dire però che questo libro mi è piaciuto di più di quello della settimana scorsa. confesso che all'inizio ho pensato di trovarmi davanti a un racconto molto semplicistico, però poi mi sono lasciata affascinare dal meccanismo, che è poi il bello del libro. ovvero: il protagonista va dallo psicoterapeuta, il quale gli fornisce consigli di vita attraverso la narrazione di una serie di storie. di per sè la trama non è nulla di eccezionale: c'è un uomo di mezza età incasinato per il quale in teoria dovrei provare simpatia perchè è un bel po' paranoico (come me, insomma) e invece no. con l'aiuto della morale delle storie, apre gli occhi e finalmente ritrova la retta via. insomma, ciò che è bello è l'espediente delle storie, anche se mi chiedo se in altri momenti non avrei piuttosto definito questo libro un irritante manuale di auto-aiuto.

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