Incipit #6: Il cappotto

Creato il 10 giugno 2014 da Candia Piedigrossi @Papers_CandiaP

Nel ministero... no, è preferibile non precisare in quale ministero. Nessuno è più permaloso degli appartenenti alla pubblica amministrazione, di ogni ordine e grado, degli uffici o delle caserme.   Perciò, a scanso di complicazioni e di guai, è meglio chiamare il ministero di cui stiamo parlando "un ministero".   Dunque, in un ministero, prestava servizio un impiegato: un impiegato, per la verità, niente affatto appariscente: alquanto bassotto, un po' butterato, rossiccio di capelli, abbastanza miope, calvo sulle tempie, con rughe vistose sulle guance e ai lati della bocca e, per finire, con un colorito pallido da perenne ammalato.   Che poteva farci? Non era colpa sua, forse era colpa del micidiale clima di Pietroburgo.   Il suo grado poi - è necessario dirlo subito, perché da noi, in Russia, il grado ha sempre grande importanza e bisogna dichiararlo - era di semplice esecutivo perpetuo, un titolo ed un tipo di lavoro che è stato sempre oggetto di derisione da parte di quegli scrittori che amano dare addosso a coloro che non hanno la possibilità di difendersi e contrattaccare.   Il cognome di quell'impiegato era Bascimackin. Il suo nome era Akàkij Akàkjevic.   Quando fu battezzato, il bambino non fece altro che piangere e fare delle smorfie, come se avesse il presentimento di quel che sarebbe diventato da grande: un esecutivo perpetuo.

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