«Maggiore Picquart. Sono atteso dal ministro della Guerra…»
La sentinella su rue Saint-Dominique esce dalla garitta per aprire il cancello e sotto un turbine di neve attraverso il cortile ventoso per entrare nel caldo atrio dell’hotel de Brienne, dove un azzimato giovane capitano della Guardia repubblicana si alza per salutarmi. In tono ancora più concitato, ripeto: «Maggiore Picquart. Sono atteso dal ministro della Guerra…!».
Marciamo al passo, il capitano davanti, sul pavimento di marmo bianco e nero della residenza ufficiale del ministro, saliamo la scalinata curva, oltrepassiamo armature d’argento risalenti all’epoca del Re Sole, gli orrendi dipinti del kitsch imperiale, il quadro di David Napoleone attraversa le Alpi al San Bernardo, fino a quando arriviamo al primo piano, dove ci fermiamo davanti a una finestra che dà sul giardino e il capitano si allontana per annunciare il mio arrivo, lasciandomi solo per qualche istante a contemplare una scena rara e incantevole: il giardino innevato avvolto dal silenzio nel pieno centro di una città, una mattina d’invero. Perfino le luci elettriche giallognole del ministero della Guerra, che brillano tra gli alberi diafani, hanno un che di magico.
Autore: Robert Harris
Titolo: L’ufficiale e la spia
Titolo originale: An officer and a spy
Traduttore: Giuseppe Costigliola
Genere: Gialli
Data prima pubblicazione: 2013 (in Italia nel 2014)
Casa Editrice: Mondadori
300 pagine
Prezzo copertina: 19,00 €
EAN 9788804638421
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L’ufficiale e la spia
Sinossi:
In una fredda mattina del gennaio 1895 nel centro di Parigi Georges Picquart, ufficiale dell’esercito francese, assiste alla pubblica condanna e all’umiliazione inflitta al capitano Alfred Dreyfus, ebreo, accusato ingiustamente di avere passato informazioni segrete ai tedeschi, di fronte a ventimila persone che urlano: “A morte gli ebrei!”. Picquart è convinto che Dreyfus sia colpevole. Questi, con un trattamento disumano, viene confinato all’isola del Diavolo, senza possibilità di difendersi e comunicare con moglie e figli. La faccenda sembra archiviata. Promosso capo del dipartimento di Statistica, copertura dell’unità di controspionaggio che aveva montato le accuse contro Dreyfus, Picquart si accorge, dopo il ritrovamento di un “petit bleu”, che qualcuno sta ancora passando documenti segreti al nemico e che Dreyfus è innocente ed è stato incastrato proprio dagli uomini con cui Picquart sta lavorando. Dopo aver denunciato il fatto ai suoi superiori, l’uomo viene allontanato da Parigi e mandato in Nord Africa, ma lui non molla, finché il suo avvocato racconta tutta la storia a Émile Zola e lo scandalo viene riaperto. Il vero colpevole, Esterhazy, detto il “benefattore” viene così smascherato.
Io l’ho letto e l’ho recensito qui.