Incipit: La paura del saggio di Patrick Rothfuss

Creato il 07 agosto 2011 da Martinaframmartino

L’alba stava giungendo. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.”

Stavolta mi sono divertita a pubblicare l’incipit di un romanzo che non ho ancora letto. Per forza,  La paura del saggio di Patrick Rothfuss sarà in libreria solo dal prossimo 1 novembre. Chi ha acquistato l’edizione economica di Il nome del vento – e se non lo avete ancora fatto vi consiglio di farlo al più presto, visto che fino al 30 settembre il romanzo sarà in promozione a 4,90 € per poi assestarsi sul prezzo di 16,90 € – in fondo ha trovato un piccolo regalo: il primo capitolo del secondo romanzo di Rothfuss.

Io non ho letto il capitolo, leggerò il romanzo quando lo avrò in mano per intero, ma non ho potuto resistere alla tentazione di dare uno sguardo al prologo, costituito dalle prime due pagine.

Patrick si è divertito a giocare con i lettori, perché i due testi sono quasi uguali.

Prologo

Un silenzio in tre parti

 

Era di nuovo notte. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.

La parte più ovvia era una quiete vuota, riecheggiante, formata da cose che mancavano. Se ci fosse stato del vento, avrebbe spirato attraverso gli alberi, fatto scricchiolare l’insegna della locanda sui suoi cardini e spazzato via il silenzio lungo la strada come vorticanti foglie autunnali.

(…)

All’interno della Pietra Miliare alcuni uomini erano radunati a un angolo del bancone. Bevevano con calma determinazione, evitando serie discussioni di notizia preoccupanti. Nel fare ciò essi aggiungevano un piccolo, cupo silenzio a quello vuoto più grande. Formava una sorta di lega, un contrappunto.

Il terzo silenzio non era facile da notare.

(…)

Era profondo e vasto come la fine dell’autunno. Era pesante come una grossa pietra levigata dal fiume. Era il paziente suono di fiori recisi, di un uomo che sta aspettando di morire.”

Questo è il prologo del Nome del vento, un prologo che a me piace molto. Ne ho trascritto solo una parte perché ho dimenticato di chiedere a Fanucci l’autorizzazione a pubblicarlo, e quindi devo limitarmi a una manciata di righe. Peccato, perché è molto suggestivo, e affettato così non rende bene l’idea.

Per fare un confronto, questo è parte del prologo della Paura del saggio:

Prologo

Un silenzio in tre parti

 

L’alba stava giungendo. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.

La parte più ovvia era una quiete vasta, riecheggiante, formata da cose che mancavano. Se ci fosse stato un temporale, gocce di pioggia avrebbero picchiettato e tamburellato contro i viticci di selas dietro la locanda. Il tuono avrebbe borbottato, rimbombato e cacciato via il silenzio lungo la strada come foglie autunnali cadute.

(…)

All’interno della Pietra Miliare un uomo dai capelli scuri richiuse la porta sul retro dietro di sé. (…) Ciascun passo misurato emetteva solo il minimo scalpiccio contro il pavimento. Nel far questo, aggiungeva il suo piccolo silenzio furtivo a quello più grosso riecheggiante. Formavano una sorta di amalgama, un contrappunto.

Il terzo silenzio non era facile da notare.

(…)

Era profondo e vasto come la fine dell’autunno. Era pesante come una grossa pietra levigata dal fiume. Era il paziente suono di fiori recisi, di un uomo che sta aspettando di morire.”

Il primo romanzo, dopo una parte iniziale un po’ pesante, mi è piaciuto moltissimo. I commenti d’oltreoceano sul seguito sono entusiastici, e io non vedo l’ora di leggerlo.

Il nuovo incipit ha un tono un po’ diverso.

Era una notte buia e tempestosa.

A un tratto echeggiò uno sparo. Una porta sbatté. La fanciulla lanciò un grido.

Una nave pirata apparve improvvisamente all’orizzonte.

Mentre milioni di uomini morivano di fame il re viveva nel lusso.

Nel frattempo, in una piccola fattoria del Kansas, cresceva un ragazzo.



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