[Incipit] Nessuno si salva da solo

Creato il 24 ottobre 2014 da Bea23

– Vuoi un po’ di vino?
Lei muove appena il mento, un gesto vago, infastidito. Assente. Dev’essere lontana, presente altrove, in qualche cosa che le sta a cuore e che naturalmente non può essere lui.
Li hanno strizzati in quel tavolino con i sottopiatti di carta da macelleria, in mezzo al bordello. Delia ha ancora la borsa attaccata alla spalla. Guarda la coppia anziana, seduta pochi tavoli più in là. Era lì che le sarebbe piaciuto stare, in quell’angolo più appartato. La schiena protetta, a ridosso del muro.
Gaetano le versa da bere. Fa un gesto ampio, un po’ ridicolo. Ha imparato da quel sommelier che vede di notte in tv quando non riesce a dormire. Lei guarda il vino scendere. Quel rumore meraviglioso che stasera sembra del tutto inutile. Non si condisce il disamore con del buon vino, sono gesti e soldi sprecati.
Forse non doveva portarla in un ristorante, a lei non interessa mangiare, aspettare i piatti. I loro momenti migliori sono stati per caso, con un kebab, con un cartoccio di castagne, le bucce sputate in terra. Nei ristoranti non è mai andata tanto bene. Hanno
cominciato ad andarci quando avevano già un po’ di soldi, quando l’idillio già cricchiolava come una dondola che non fa più bene il suo lavoro.
La cameriera ha mollato i menu sul tavolo.
– Cosa prendiamo? Cosa ti va?
Delia indica un piatto vegetariano, un tortino, una cagata. Lui invece si è seduto proprio per mangiare, per consolarsi di brutto.


Autore: Margaret Mazzantini
Titolo: Nessuno si salva da solo
Genere: Letteratura italiana
Data prima pubblicazione: 2011
Casa Editrice: Mondadori
189 pagine
Prezzo copertina: 19,00 €
EAN 9788804608653

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Nessuno si salva da solo

Sinossi:

Nessuno si salva da solo. Da soli ci si può solo perdere. Ma anche in coppia. Anche se ci può essere e sembra che ci sia tutto ciò che basta, e invece non basta. È tutto qui. Il perché non basta, è il perché definitivo che non ha ancora una risposta definitiva, ma che ha comunque bisogno non di una risposta comoda e banale, che sarebbe fin troppo facile argomentare sul divano di casa o sul bancone del bar, sempre sottocasa, ma di una risposta che sia il più onesta possibile. Una risposta che ci ha rincorso e ci rincorre lungo tutta la durata (si spera ovviamente cospicua) del romanzo delle nostre vite, e non solo in questo di Margaret Mazzantini.
La storia di Delia e Gaetano è la comunissima storia di una coppia che lo era, e ora non lo è più. Entrambi tra i trenta e i quarant’anni, due figli maschi, Cosmo e Nico, dai nomi strani e belli come quelli dei genitori. Una casa comprata assieme in cui ora ci abita solo la madre Delia con i figli. Mentre il padre Gaetano se ne è andato a vivere in un residence, qualunque. Come capita spesso di questi tempi.
Nessuno dei due ha capito il perché è successo tutto. Nessuno dei due ha ancora trovato la pace. E una soluzione alle loro vite, che non sia dolorosa e piena di rancori e ferite e armi da sfoderare come parole da non pronunciare mai che vengono urlate sottovoce, senza guardarsi in faccia, senza guardarsi dentro. Solo per farsi male. Ovvero senza accorgersi di farsi male, ancora di più, inutilmente, a pungere le piaghe dei ricordi, e a confondere le immagini con i sensi.
Una cena in un ristorante all’aperto può contribuire a riaprire gli stomaci stretti dalla rabbia e dal digiuno di felicità tranquilla. L’appetito per una pace esistenziale e un affetto amorevole arriva a ondate, alternato alla voglia ubriaca di trasgressioni scolate in bicchieri altrui che nessuno capisce da dove arrivi, anche se tutti ne riconoscono (a volte solo in privato) l’esistenza. Ma il tempo non può non contare. E se ne è passato troppo poco, il conto della cena sarà irrimediabilmente più salato di quello che si sarebbe voluto o immaginato.
Come fare allora, per incontrarsi ancora, senza ferirsi il cuore? Forse serviranno anni. Forse le lauree dei figli. Forse quando le schiene saranno curve il dolore per l’amore perduto sarà passato. Oppure semplicemente non saremo più in grado di sentirlo. Quasi…


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