Dopo la presentazione dell'autore e delle sue opere fatta dal giornalista Bruno Quaranta, De Silva ha preso la parola ed è riuscito a incantare la platea come il suo modo di parlare pacato, ironico, in cui a una verità profonda ha alternato sempre battute e momenti comici.
L'autore ha iniziato parlando del suo avvocato Malinconico, grandissimo personaggio protagonista dei suoi tre romanzi precedenti, da cui però a un certo punto ha sentito il bisogno di staccarsi, di allontanarsi, perché un po' lo stava fagocitando. Per questo ha deciso di scrivere qualcosa di diverso... ed è uscito fuori quel piccolo gioiello che, a mio avviso, è "Mancarsi". La storia raccontata dall'autore acquista ancor più profondità, soprattutto perché si è visto l'entusiasmo e la passione con cui è stata scritta e con cui ha delineato i personaggi. Il libro è stato poi il pretesto per parlare di altro: di amore, principalmente, e di quanto sia difficile riconoscerlo quando ce lo si trova davanti, di quanto a volte il destino possa portare a trovarsi ma anche, appunto a Mancarsi. E di come, una volta raggiunto non sia poi così facile da mantenere e di come, solitamente, "due persone che sono nate per stare insieme solitamente si lasciano"... (e qui ci ha anche intonato qualche nota di De Andrè)
Da lì è passato poi a raccontare il suo modo di intendere la lettura e la scrittura (uno scrittore di solito è uno che ha dei problemi... perché se uno è felice, non scrive), di come per lui siano più importanti i dettagli , gli episodi perché che non deve per forza capitare qualcosa perché un libro, ma anche un film, abbiano un senso. E questo effettivamente nei suoi libri viene dimostrato più e più volte.
De Silva ha poi toccato un altro argomento molto importante, ovvero il suo rapporto con la sua città, Napoli, e con tutto quello che rappresenta. Ha parlato del suo passato di avvocato e di quanto difficile sia esercitare questa professione in una città come quella, dove è normale "mentire sinceramente" per poter andare avanti e vincere le cause. Un mondo che lui non riusciva più a sopportare e che ha in qualche modo raccontato nelle vicende di Malinconico e di come questo gli abbia portato qualche antipatia nel mondo dei tribunali che prima bazzicava. E ha parlato di Roberto Saviano, attraverso aneddoti divertenti ma anche molto profondi...Come quella volta che sono andati insieme a Scampia a presentare un libro.
In quel momento, davvero, sarei salita sul palco ad abbracciarlo.
Oltre a un'immensa cultura e a un'incredibile capacità di gestirla e di mostrarla senza mai sembrare altezzoso o snob, De Silva ha dimostrato di essere in grado di coinvolgere ed emozionare non solo per iscritto ma anche a voce chiunque abbia la fortuna di poterlo sentire e vedere. Davvero, si pendeva dalle sue labbra, sia quando parlava semplicemente del libro, sia quando si dedicava ad aneddoti e racconti più personali.
E io sono uscita di lì semplicemente entusiasta, ancor più follemente innamorata di quest'uomo... e ovviamente con il mio solito siparietto al momento della dedica (mi succede sempre, quando incontro gli autori):
"Per Elisa"
"Oh, Per Elisa, come la composizione di Beethoven... che dedica ambiziosa!"
e ovviamente l'ha scritto.
("Per Elisa... una dedica un po' ambiziosa")