Incontrarsi e poi...di Mary Jo Putnery

Creato il 09 settembre 2011 da Junerossblog
INCONTRARSI E POI…
Di Mary Jo Putney

I Romanzi Emozioni/ Agosto 2011
Sembrava scritto che il dissoluto Reginald Davenport, diseredato e disonorato, dovesse fare una brutta fine. Invece la vita gli regala l’occasione per redimersi insediandosi a Strickland, la tenuta avita che gli era stata sottratta quando era bambino. Ma si ritrova assolutamente impreparato allo scioccante incontro con l’amministratore della proprietà: non un uomo, come tutto faceva pensare, bensì la bellissima Alys Weston, in fuga da un mondo avvelenato dai tradimenti. Le brutte esperienze del passato li avvicinano e Reginald e Alys sembrano fatti l’uno per l’altra, eppure il futuro si presenta come un’erta montagna da scalare. Soltanto l’amore che li sorregge potrà salvarli dal baratro… se sapranno crederci fino in fondo

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Direttamente dalla scrivania di Noco.

Non ho mai letto nulla di Mary Jo Putney , nonostante ne abbia sentito parlare molto.
E poi arriva in Italia il libro “simbolo” di quest’autrice talentuosa, quello che, la leggenda racconta, lei abbia amato così tanto da riprenderlo in mano a 10 anni dalla prima uscita per riscriverlo. E per di più, essendo proposto nella collana Emozioni, è anche in versione integrale, oltre che in veste grafica elegante e delicata. Insomma, come avrei potuto lasciare questo tesoro a languire in edicola non acquistato?
Il mio verdetto? Ha vinto una sfilza di premi e, secondo me, li merita tutti. Sono rare le occasioni in cui un libro tradotto ha un livello linguistico tanto alto. Merito di un originale veramente ben scritto, ma anche di una traduzione accurata realizzata da una persona dotata che sa svolgere bene il suo mestiere. Il risultato è un condensato di emozioni .
Il protagonista maschile è un cinico libertino, tormentato da tantissimi demoni, che per anni si preoccupa più di mantenere la sua scandalosa reputazione, che di ogni altra cosa, ma ora ne pare stanco. Tutto è iniziato quando è rimasto orfano ad otto anni ed è stato sradicato dalla sua casa, dal suo mondo, da tutto ciò che fino a quel momento aveva conosciuto ed affidato ad un tutore odioso. Inoltre, per anni, è stato indicato come l’erede di un importante titolo nobiliare, con responsabilità e proprietà da amministrare, ma poi è stato diseredato.
Cito un passo che ho trovato significativo:
…”Davenport aveva passato la vita a prepararsi per una posizione che non avrebbe mai avuto. Come si sentiva?
Il suo duro profilo non offriva alcun indizio, ma solo un santo non avrebbe mai provato risentimento per essere stato scalzato così. E lei non vedeva aureole”…
Questa è la chiave per comprendere quest’uomo. Un eroe che sarebbe altrettanto facile definire anti-eroe, infinitamente sfaccettato, dotato di valori supremi quali l’onestà e la giustizia, eppure dedito ad ogni innominabile pratica che possa scandalizzare il Ton. Vizi e virtù sono così ben amalgamati da risultare indistinguibili. Però non lo si può non amare: la perizia dell’autrice nel dipingere questa figura è magistrale, raramente ho letto un tale livello di contraddizione in un personaggio resa perfettamente coerente da comportamenti, sensazioni ed approfondimenti psicologici. Reggie è virile ed affascinate, ha l’aria scanzonata, annoiata ed irriverente, ma appena sotto la superficie nasconde amarezza profonda, delusione, speranze andate vane troppe volte, tendenze autodistruttive e nessuna volontà di uscirne, quasi non si sentisse meritevole di una vita felice, con qualcuno da amare e da cui essere amato.
Fin da subito s’intuisce il suo traumatizzante passato, che si è tradotto in un presente tormentato. E poi gli viene data una possibilità. Ho tifato per lui, credendoci con lui, soffrendo con lui, gioendo con lui per le piccole conquiste, sperando che potesse superare e vincere le sfide, desiderando intensamente che arrivasse alla meta.
La cosa più toccante è che questa non è una semplice storia d’amore.
Seppur il loro sia un amore classico, nato piano piano piano dalla reciproca attrazione fisica e rinforzato da una stima crescente, ben presente, romantico e tortuoso al punto giusto, ben descritto, emozionante, coinvolgente e appassionante, il centro di tutto è sempre lui.
L’eroina, Allie, non è certo trasparente, anzi, è del tutto degna di cotanto eroe: dolce, intelligente, dotata di spirito caritatevole, quasi da crocerossina, e di pugno di ferro, quasi da “istitutrice tedesca”, ha poca autostima ed è interessante seguire come la vicinanza di quest’uomo la rinforzi e la completi. Poter essere degno di averla, per lui, diventa quasi un incentivo, un premio che potrà ricevere solo nel momento in cui ne sarà degno.
La vera perla è, infatti, rappresentata dal percorso di redenzione e guarigione intrapreso dal protagonista. Una rinascita vera propria. In certi momenti le sue dolorose prese di coscienza sono laceranti, commuoventi, talvolta sconvolgenti. Ho provato una pena intima, reale, immensa per quel bambino giudizioso e vivace che, quando derubato di sé stesso, si è tramutato in un uomo deluso e schiavo dell’alcool. Il tema del suo alcolismo, questa la sua “malattia”, è trattato con tale maestria, delicatezza e violenza al tempo stesso, da risultare del tutto coerente, verosimile attuale e coinvolgente e da innalzare questo romanzo nel mio personale Olimpo dei libri indimenticabili.
E’una lettura non per tutti, lenta, dolorosa, talvolta feroce. Confesso di non essere riuscita a compierla tutta d’un fiato (come, invece, spesso mi accade) perché era necessario soppesare, riflettere, digerire. Tuttavia mi son sentita toccata nel più profondo dell’anima ed arricchita, e scusate se è poco. Ho provato la curiosa, quanto rara, sensazione di essere fortemente attratta dal romanzo tanto da volerlo terminare, ma, alla fine, una volta chiuso il libro, mi son ritrovata orfana, e mi son rammaricata dell’impazienza provata. Invidio quasi chi non l’ha ancora letto e si appresta a farlo: proverà un’esperienza irripetibile.
Un solo appunto alla Mondadori, a cui, comunque, vanno tutti i miei ringraziamenti per la scelta di pubblicare questo libro , in questa collana che io amo particolarmente:
Perché non si è pensato di pubblicare prima “The Diabolical Baron” , libro in cui Reggie è un personaggio secondario? Seppur del tutto intuibile, sarebbe stato interessante conoscere l’uomo che “era prima” , per apprezzarne di più il cambiamento.
E concludo con questo pensiero:
I libertini riformati diventano i migliori dei mariti? Questo libro mi ha ispirata una così perfetta e profonda fiducia da permettermi di credere che sia così!
Noco



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