Ha ragione Nanni Moretti quando dice che le trame dei film di Woody Allen si somigliano un po’ tutte ed è difficile ricordarsele. Ha ragione, in parte. Perché elementi di persistenza mnemonica ce ne sono tanti, sparpagliati nel suo vastissimo corpus di opere, tra i suoi film migliori e non solo. Andando appunto a memoria una delle prime cose che mi viene in mente è la mamma enorme, felliniana, che si affaccia nel cielo di Manhattan in “New York Stories”. Oppure il temporale su Central Park in “Manhattan”. O Lou Canova e la scena delle voci all’elio in “Broadway Danny Rose”. O il Robin Williams fuori fuoco in “Harry a pezzi”. O la leggendaria battuta sulla masturbazione in “Zelig”, le barbe finte e le sigarette benedette nel “Dittatore dello stato libero di Bananas”, la capitale rappresentazione della eiaculazione maschile in “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso”, il monologo sulle uova nel finale di “Io ed Annie”. O chissà quanti altri. “You will meet a tall dark stranger”, l’ultimo capitolo della sua filmografia, purtroppo è quasi del tutto privo di simili momenti. La geometrica struttura narrativa questa volta è costituita da un quadrilatero di personaggi composto da due coppie in crisi, una di età matura (Gemma Jones e Anthony Hopkins) e una di trentenni (Naomi Watts e Josh Brolin). Entrambe devono fare i conti con moti perpetui di separazione e riavvicinamento, dettati da accidenti fortuiti in cui è impossibile leggere la minima traccia di senso o “direzione”. Unico appiglio esistenziale: le illusioni. Ed in particolare la più cinematografica di tutte: la reincarnazione. La sensazione è che con questo film Woody Allen abbia un po’ sprecato il potenziale insito dentro un cast comunque di assoluto rilievo. Un certo grigiore indistinto accompagna tutto il film, facendolo scivolare via senza sussulti particolari: è abbastanza emblematico che forse la battuta migliore di tutto il film coincida con l’assunzione del Viagra da parte di un Anthony Hopkins in stand-by. Su queste pagine virtuali si sono sempre difesi opera e operato di un genio assoluto come Woody Allen, ma stavolta mi riesce più difficile del solito. E allora siamo già allenianamente proiettati verso Parigi e Roma insieme a Carla Bruni Sarkozy e Roberto Benigni. E forse lo era anche la testa di Allen mentre finiva di girare questo “You will meet a tall dark stranger”. Un quadro in cui forse la cosa migliore è la cornice.
[** 1/2]