Lo scorso anno ho avuto modo di parlare di un altro autore incontrato in tale occasione, nel corso di una "Cena con delitto". Si trattava di Valentina Pattavina. Questa volta si è trattato di un incontro con l'autore senza cena.
"Il mercante dei libri maledetti" è stato il primo di una trilogia che è proseguita con "La biblioteca perduta dell'alchimista" (che ho comprato stasera) e che si concluderà con il terzo ed ultimo volume in uscita il 7 di novembre. Si intitola, se non ho capito male, "Il labirinto ai confini del mondo" e rappresenta la chiusura di un percorso che ha portato parecchia fortuna a Simoni tanto da ventilare un'altra trilogia in arrivo, ambientata nel 1300 e che avrà due nuovi protagonisti. Per la prima trilogia Simoni ha scelto un personaggio che, fondamentalmente, non è un "cavaliere dalla bianca armatura". Non è un buono. Ed ha spiegato il perchè.
"I personaggi migliori non necessariamente sono dei buoni - ha osservato - anzi, spesso non lo sono proprio. Non esistono persone prive di difetti e di debolezze, persone che non abbiano commesso errori: così devono essere i personaggi e così è Ignazio da Toledo, il protagonista della mia prima trilogia. E' un uomo che vende reliquie per arrivare a certi ambienti, per perseguire il suo scopo che è quello di soddisfare la sua curiosità. E' un uomo disposto a mettere da parte la sua famiglia, a mentire, a mettere in pericolo la sua vita e quella delle persone che gli stanno accanto pur di raggiungere i suoi scopi".
"Non credo proprio che lo sia. Onestamente credo che sia più buia un'epoca in cui vengono pubblicati e venduti libri di Fabio Volo o di Del Piero! E' difficile andare a circoscrivere l'oscurità in un'epoca storica. Il Medioevo avrà pur avuto momenti bui ma è un periodo anche di luce. Mi sono trovato davanti ad un'epoca in cui gli uomini facevano molto di più con molto meno di quanto non abbiano oggi"
I suoi sono dei gialli storici? Dei thriller storici? Come definisce i suoi libri?
"Non sono dei gialli perchè nei gialli si parte con un morto e si va a ritroso nella storia vivendo le situazioni con gli occhi di una terza persona che indaga. I miei sono thriller storici nei quali la storia, ed anche il delitto, si dipana sotto gli occhi del lettore che vive in prima persona le vicende lette con gli occhi di colui che il delitto commette. Nei romanzi non ci si può permettere di annoiare come, invece, è concesso nei saggi: nei romanzi il lettore deve restare attaccato al libro, deve essere stimolato ad andare avanti nella lettura ed è ciò che cerco di fare".
Oltre alla trilogia che si completerà da qui a breve, oltre a quella in arrivo, ha scritto anche un romanzo ambientato nell'Isola d'Elba...
"Si, si tratta di un romanzo che è uscito inizialmente a puntate come ebook poi è stato pubblicato in cartaceo. L'ho scritto ispirato da una storia vera di cui sono venuto a conoscenza visitando l'Isola d'Elba. Anche per questo mi è stato chiesto un sequel".
Per lei è un periodo particolarmente fortunato e prolifico. Che tipo di scrittore è?
"Si, i miei libri hanno venduto molto, il primo è stato tradotto anche in diversi Paesi... Ora ho preso un'aspettativa dal mio lavoro di bibliotecario per potermi dedicare interamente alla scrittura. Scrivo di solito a partire dalla tarda mattinata fino al tardo pomeriggio, concedendomi una pausa per il pranzo. Quando si fa qualche cosa con passione, come avviene a me, non è un sacrificio passare tutto questo tempo a scrivere".
Ci sono sceneggiature in vista per i suoi libri? Le storie ben si prestano...
"Di proposte ne ho avute ma con registi italiani non è possibile visto che non ci sono valide possibilità per sceneggiature che abbiano un'ambientazione medievale di un certo tipo... magari aspetto qualche registra straniero....".