Incontri del quarto tipo: il tubo.

Creato il 14 settembre 2012 da Drjekyllmisshyde
Ore 15.02 del giorno 14 settembre 2012. La giornata è fresca e piovosa. Il pasto nel mio stomaco si muove ancora, come se fosse vivo. Sono pervaso da quella che gli esseri umani chiamano "papagna". Ho bisogno di sdraiarmi. Magari cerco di finire quel maledetto romanzo che mi sta portando via più tempo del dovuto. Ma sì, meglio riposare un pò, mi dico. Sistemo bene le coperte, odio sentire le pieghe che mi segnano la pelle, lasciandomi strani segni che poi la mia compagna interpreterà come un paio d'ore di accoppiamento fatto con un'altra. Faccio per stendermi, quando ad un tratto suonano al citofono. Con passo strascicato raggiungo il citofono. Puzza di plastica. Rispondo.
"Chi è?""Il corriere, devo consegnare un plico al signor [nome vero di Dott. Jekyll].""Sì, scendo subito."
Non posso presentarmi con la mia divisa da casa-base. Sono troppo vulnerabile. Soprattutto perchè sto per incontrare un umano. Devo indossare l'armatura. Mi metto i calzini in fibra di carbonio, jeans placcati con lamine d'acciaio e t-shirt in kevlar. Mi dò una sistemata al casco fatto di fili mimetici. Prendo le chiavi della casa-base ed esco. 
Ore 15.06. Attendo che arrivi la navetta che mi porti a terra, dal quarto piano. Sono pronto per il contatto umano. Dovrò soltanto salutare educatamente e apporre un pasticcio con un liquido colorante su uno strano tessuto facilmente lacerabile. Poi via, tornerò a fare rapporto. Ecco la navetta. Spingo il tasto con il numero 0.
Ore 15.08. La navetta raggiunge terra. Faccio per aprire lo sportellone. Appena uno spiraglio. Quanto basta perchè uno strano essere non identificato si insinui in quello spazio, colpendomi quasi sul casco. I riflessi rispondono, riesco ad evitare il colpo.  Ha forma cilindrica, dal diametro di circa cinque centimetri e lunga almeno sessanta. Rimane fermo in quella posizione. Credo si prepari ad un attacco. Diamine non sono pronto per questo! Il portellone si apre ulteriormente e compare un umano. E' lui che regge quella strana entità. Credo che sia un tubo. Ci è appeso un pezzo di quel tessuto lacerabile. Sopra c'è scritto Bartolini. L'umano e fermo, leggermente inchinato in avanti a puntarmi quell'oggetto contro. Ha uno sguardo truce, e rivolto verso il basso. Mi guarda di sottecchi. Impassibile, immobile. Poi l'umano parla.
"Ecco a lei, non deve mettere nessuna firma."
Capisco che devo prendere quel tubo e lo faccio. Lui lo lascia andare. Si volta e scompare dietro l'angolo dello sportellone che si richiude automaticamente. Sono scosso. Devo approfittarne per tornare alla casa-base ad analizzare l'oggetto. Premo il tasto 4 e la navetta riparte. 
Ore 15.10. Sono di nuovo dentro casa-base. Mi tolgo l'armatura. Negli occhi ho ancora le immagini di ciò che è avvenuto poco prima. Ma soprattutto dello sguardo dell'umano, della sua posizione. Non posso lasciarmi prendere dalle emozioni. Devo analizzare l'oggetto. Credo che debba tagliare quel nastro collante sulla punta. C'è un boccaporto. Lo apro. Con molta attenzione tiro fuori il contenuto. Lo osservo. Tiro un sospiro di sollievo. Posso fare rapporto ora. 
EPILOGO
Finalmente sono arrivati i poster di The Dark Knight Rises che avevo ordinato una settimana fa! Così posso fare rapporto a Miss Hyde, avvisandola che sono arrivati. 
NOTA DELL'AUTORE
Il racconto è tratto da una storia vera. Mi è stato davvero detto "plico". E davvero non ho nemmeno avuto il tempo di aprire la porta dell'ascensore che 'sto tubo è schizzato dentro quasi colpendomi in faccia. E davvero quel tizio aveva quell'aria truce e mi guardava di sottecchi. E' stata un'esperienza inquietante. Ma sono vivo. Sono ancora vivo.
Dr. Jekyll