Incontri spinosi

Da Ortoweblog

Ieri sera, dopo le 23.00, ho fatto un inaspettato quanto felice incontro.
Spinoso sì, ma spine di piacere, se si può dire, nulla a che fare con dolore, sangue, sofferenza.

Il piccolo riccio – ma badate che non so esattamente se è proprio piccolo, né se è lo stesso che incontravo l’anno scorso nelle nottate estive, è “piccolo” perché è proprio bello – dicevo il piccolo riccio è ricomparso nel mio orto. Butto l’occhio sull’erba cipollina e ci vedo sopra una massa scura, grigio-nera.

Il riccio. Devo fargli una foto. Così corro di sopra a prendere la Nikon, l’obiettivo giusto era già montato. Questa volta accendo il flash – l’avrò usato sì e no cinque volte da quando mi sono comperato la D50.

Ecco che ritorno e il riccio non c’è più. Ma deve esserci, mi dico. Così mi addentro tra i finocchi cresciuti a più di un metro e mezzo d’altezza e lo scorgo nascosto sotto al rosmarino. Sapevo che non poteva fare le corse.

Mi avvicino, mi accuccio al suolo, mi avvicino ancora. Lui non si muove, credo sia impaurito, noto gli aculei del suo mantello protendersi a difesa. È immobile. Solo un attimo – cerco di dirgli mentalmente – solo due foto. Clic. Cambio focale. Clic di nuovo. Foto riuscita. Non voglio disturbarti ancora. Ti lascio catturare tutti gli insetti e meglio ancora le lumache che vuoi, che mi fai anche un piacere. E ti saluto. Ciao riccio. Mi ha fatto proprio piacere incontrarti e sapere che ancora bazzichi per il mio orticello.



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