Incontro con Michel

Creato il 25 maggio 2011 da Pim

(Pubblicato da Emma su Blu Agorà Caffè il 18 ottobre 2004)

In una domenica primaverile l'ultima replica di Ta main dans la mienne. Il marciapiede, il foyer del teatro, sono colmi di persone. Senza biglietti, esauriti da settimane, mi guardo intorno, smarrita, un po' irritata. Ho accanto l'immagine severa e dimessa di Lea Massari, confabulante con quella di un uomo che le consente l'ingresso, consapevole della fondatezza del suo disappunto. D'altronde ha di fronte la moglie di Michel, in una pellicola di Claude Sautet che qualcuno, nel tragitto tra la Francia e l'Italia, dimentico di un titolo volutamente aperto, Les choses de la vie, ha ribattezzato inopinatamente L'amante. Il film si apriva con il tragico epilogo delle vicende del protagonista, uomo senza qualità - direbbe Musil -, figlio del suo tempo umorale ed incerto, che muore in un incidente stradale senza l'audacia di scelte intimamente vissute.

Ora le persone del teatro si affrettano; raggiungono gli accessi alla platea e alla galleria, mentre io, in fremente delusione, tento di scoprire se qualcuno ha avuto un impegno imprevisto; chissà, forse due prenotazioni non sono state ritirate... Invece nulla; è tutto pieno. Mi guardano, alla biglietteria, nella mia garbata insistenza e qualcosa li impietosisce. Sopraggiunge l'idea che potrei avere due posti laterali, al limite del decoro, in platea, proposti ad una cifra considerevole.

Non esito; corro in corridoio, entro a spettacolo iniziato, in un palchetto. Mi hanno già avvertita: i sovratitoli, in italiano, non saranno particolarmente visibili da quel punto. Ma lei conosce il francese, vero? Michel è in scena. Mi è familiare, come Jean Louis Trintignant; ricorda adulti conosciuti durante l'infanzia e d'improvviso il cinema si mescola alla vita reale. Poi arriva la voce; le esitazioni, la naturalezza intensa, un'invecchiata, suadente dolcezza. Très francais.


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