Incontro ravvicinato con Enrico Brizzi

Se l'avessi incontrato per strada non l'avrei mai riconosciuto: le foto non gli rendono giustizia ed era troppo tempo che non lo vedevo in tv.
Enrico Brizzi è arrivato un po' in ritardo alla Feltrinelli (davanti a un negozio della stessa "catena" si incontrarono Alex e Aidi) della Galleria Alberto Sordi, venerdì pomeriggio. Il "pubblico" che lo attendeva era silenzioso e variegato. Mi aspettavo gente della mia età, cresciuta con Alex e Aidi, invece mi ritrovo vicino a over sessanta e pochi ragazzi. Enrico si è evoluto (anche se ha solo 36 anni) e il suo pubblico si è allargato. Alla fine della presentazione, andata ben al di là della questione letteraria, ha stretto la mano a tutti, scambiato due chiacchiere, fatto dei disegni - insieme alle dediche - sui libri.
L'occasione era la presentazione del suo ultimo libro: "La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio", edito Laterza. Un libro che, autografato, inizierò a leggere nei prossimi giorni e che racconta l'Italia dagli anni '80 ai giorni nostri.
Quel che posso dirvi, prima di iniziare la lettura, è la cosa che più mi ha colpito della presentazione: il brano che Brizzi ha scelto di leggere e che riguardava Pertini. L'affinità elettiva anche in questo caso, mi ha fatto ripensare a questo post e mi sono commossa, non per nostalgia, ma solo per mancanza di un mondo migliore.

A margine della presentazione, c'ero io: emozionata come avessi ancora quattordici anni e per la prima volta sfogliassi le pagine di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo". I libri, gli scrittori, hanno spesso una forza paurosa.

Già che c'ero, ho anche rivalutato Luca Telese.