Incursioni britanniche - Provato - PC

Creato il 10 marzo 2016 da Intrattenimento

Dopo Devastazione e Fusione, Gearbox ha tolto il velo alla terza modalità multiplayer di Battleborn: Incursione

2K Games punta sulla socialità e smania dalla voglia di trovare una formula convincente, per mettere insieme i giocatori di tutto il mondo in uno shooter multiplayer accattivante e soprattutto coinvolgente sul lungo periodo. Con Evolve le aspettative sono state in parte disattese nonostante l'originale struttura asimmetrica cooperativa - competitiva, controbilanciata da un'atavica carenza di contenuti su cui ha gravato una gestione dei DLC incomprensibile, con l'unico risultato di allontanare permanentemente i giocatori dal titolo di Turtle Rock Studios dopo pochi mesi dal lancio. La palla ora è passata in mano ai veterani di Gearbox che con Battleborn si sono lanciati in un'impresa alquanto complessa, vista l'ambizione di fondere due dei generi più giocati online: arena shooter e MOBA. Oltre alla modalità competitiva, ci sarà però anche spazio per una campagna divisa in episodi utile da una parte per prendere familiarità con lo stile di gioco dei vari eroi e dall'alta per entrare addentro alla narrativa che caratterizza l'universo fantasy creato dalla software house di Borderlands. Lasciando per il momento da parte quest'ultimo aspetto, abbiamo recentemente avuto la possibilità di attraversare la Manica per provare la nuova modalità multiplayer Incursione, probabilmente l'apice della commistione di generi voluta dagli sviluppatori.

twittalo! Siamo volati a Londra a provare la nuova modalità Incursione di Battleborn, il nuovo shooter di Gearbox

Un po’ shooter, un po’ MOBA

Ci saranno tre modalità multiplayer all'arrivo di Battleborn nei negozi: Devastazione è il classico deathmatch in cui i due schieramenti si sfidano per conquistare e difendere determinate zone della mappa per ottenere la vittoria; Fusione invece regala la vittoria a chi scorta il maggior numero di minion verso l'inceneritore senza che questi vengano uccisi dal team avversario; Incursione infine prevede la distruzione della base avversaria, avvicinandosi più di qualunque modalità precedente al concetto di MOBA-Shooter. Nelle poche partite disputate in quest'ultima modalità siamo rimasti stupiti dalla tatticità richiesta per gestire al meglio ogni fase della partita e dalla quantità di cose da fare durante tutto il match dalla durata prestabilita di trenta minuti. Ovviamente se si dovesse distruggere il nucleo avversario prima dello scadere del tempo il match finirebbe all'istante, ma in caso contrario la vittoria andrebbe alla squadra che gli ha inflitto il maggior numero di danni. Questa meccanica aggiunge adrenalina anche alle partite più equilibrate che con lo scorrere del tempo possono vedere ribaltato il risultato nel giro di pochi secondi e con una manciata di punti di scarto. A differenza dei MOBA, la mappa presenta delle sostanziali differenze, a partire proprio dal nucleo che è una struttura robotica semovente situata a ridosso della base e difesa da un altro imponente mech posizionato al centro della mappa. Entrambi infliggono un grande ammontare di danni agli eroi e sono egregiamente protetti da uno spesso scudo in grado di deflettere la maggior parte dei nostri attacchi. In tal senso, lo scopo primario è quello di scortare i minion a ridosso dell'obiettivo per tenerlo occupato e favorirci nell'ingaggio distruggendogli lo scudo e attaccandolo direttamente per infliggendogli il maggior numero di danni in modo non molto dissimile da quanto si fa con le torri dei più classici multiplayer online battle arena. Nello specifico, abbiamo provato Incursione nella mappa Overgrowth, una location zeppa di vegetazione e costituita prevalentemente da un'unica corsia centrale nella quale vanno a riversarsi ondate di minion a cadenza regolare. Le zone laterali sono perlopiù disseminate da campi di mercenari che una volta sconfitti si aggiungono alle nostre fila, rafforzando la spinta delle creature e mettendo maggior pressione sul team avversario. Il guadagno di denaro è indipendente dall'uccisione dei minion o degli eroi nemici, ma è legato semplicemente dalla raccolta di Shard sparsi per la mappa: questi devono essere spesi per costruire e potenziare torrette o droni utili a presidiare il nucleo. In ultimo, non c'è il negozio, ma prima della partita si possono scegliere determinati oggetti con cui equipaggiare il nostro eroe creando una build specifica volta ad esaltare le caratteristiche di ognuno in base al ruolo e alle caratteristiche. Alla morte, corrispondono tempi di respawn più o meno lunghi che aumentano con l'avanzare della partita, andando a pesare sempre di più sull'equilibrio tra gli schieramenti. Il lavoro di squadra infatti è fondamentale vista la mole di cose da tenere sotto controllo nel corso della partita.

Uniti per la vittoria

La presenza di una sola corsia utile ai minion fa sì che nella mappa Overgrowth tutta l'azione sia concentrata in uno spazio relativamente ristretto nel quale si incontrano tutti e dieci gli eroi più le varie creature controllate da ciascun team. Il risultato è un'azione dannatamente frenetica ma talvolta caotica, nella quale spesso nemmeno ci si accorga di essere un potenziale bersaglio per il cecchino avversario appostato nelle retrovie. Secondariamente non ci ha convinto molto il design della mappa, troppo piatta e completamente priva di verticalità, un problema che inevitabilmente limita l'approccio tattico spingendo ancor più alla sparatoria più sfrenata. Proprio per questo è impossibile prescindere da una team composition il più possibile equilibrata, che preveda almeno un esponente per ognuno dei ruoli con i quali sono stati classificati gli eroi. I venticinque personaggi disponibili sono divisi in tre classi che riprendono gli archetipi tipici dei giochi di ruolo online: ci sono i DPS, eroi votati interamente all'attacco sia dalla distanza che in mischia, i Tank preposti ad assorbire la maggior parte dei danni della squadra e i curatori, un ruolo di supporto i cui attacchi infliggono danni limitati ma si portano dietro un ventaglio piuttosto variegato di effetti collaterali che possono essere benefici per i propri compagni - rigenerazione dei punti vita, aumento dello scudo, boost di velocità - sia penalizzanti per gli avversari, come l'avvelenamento o il rallentamento. Avendo giocato solamente un paio di partite, non abbiamo potuto provare tutti i venticinque i personaggi che ci saranno nella versione finale ma abbiamo comunque avuto un'impressione positiva per quanto riguarda il lavoro di caratterizzazione fatto da Gearbox su ogni eroe, sia a livello visivo che per quanto riguarda la tipologia di bocche da fuoco, abilità e Ultimate disponibili, portando a notevoli differenziazioni di gameplay su esponenti della stessa classe. Tra gli attaccanti Bendict punta sulla mobilità del suo jetpack per scagliare razzi sui nemici da un punto elevato, mentre Thorn sull'accuratezza del suo arco per colpire dalla distanza con frecce che più si cariano più infliggono danno. Guadagnando kill, assist e uccidendo minion di accumulano punti esperienza nel sistema Helix che ad ognuno dei dieci livelli disponibili fa corrispondere un potenziamento, ma sta a noi decidere per quale abilità impiegarlo influenzando così l'utilizzo del nostro personaggio. Ad esempio il support Miko, una sorta di fungo antropomorfo con movenze e armi da ninja, ad ogni livello può migliorare le capacità di cura verso se stesso e i compagni alleati, oppure aumentare i danni della sua nuvola di spore che avvelena e rallenta i nemici con crescente efficacia. Si tratta quindi di due punti di vista diametralmente opposti che lasciano al giocatore un buon margine di manovra nella libertà di gestione della partita, l'unico a ben vedere, visto che a differenza di Overwatch non sono previsti cambi di eroe in occasione del respown. Insomma, come avrete intuito la modalità Incursione di Battleborn porta una formula competitiva decisamente atipica per la quantità di spunti che gli sviluppatori hanno raccolto da MOBA e FPS. Si tratta a tutti gli effetti di un'esperienza di gioco diversa da quella proposta da ogni altro shooter visto negli ultimi tempi, che sebbene ci abbia lasciato con qualche dubbio è riuscita a instillarci la voglia di tornare a giocarci al più presto per approfondire meccaniche e caratteristiche di ogni eroe e sperimentarne le tante possibili sfaccettature.


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