Un’indagine condotta da Nielsen per AriSLA (Fondazione Italiana di ricerca per la SLA) e AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) mette finalmente in luce un tema di grande rilevanza sociale: la percezione della disabilità in rete. I dati sono stati raccolti e analizzati tra aprile 2011 e aprile 2012, attraverso NMIncite, uno strumento di ascolto del passaparola digitale che raccoglie e analizza più di 180 milioni di siti web, Blog e Forum
E’ un dato che rassicura molto: la rete potenzia il senso civico degli italiani. La gente comune, pur non essendo direttamente coinvolta, è attenta e sensibile nel mostrare solidarietà e pronta a sanzionare i comportamenti scorretti e gli atti di inciviltà.
Dove si parla di disabilità in rete?
Più su Twitter che su Facebook: il microblogging è più veloce e più attento, con il 14,1% dei commenti rispetto al 9,7% di quelli pubblicati su Facebook. I Tweet più frequenti sono quelli di denuncia dei singoli episodi di disservizi e mal sanità.
I Blog evidenziano uno specifico interesse sulla disabilità, raccogliendo il 42,4% delle pubblicazioni in rete. Nell’arco di un anno 22.400 blog hanno ospitato discussioni sulla disabilità. Emerge, tuttavia, una grande frammentazione della tipologia di notizie e di commenti e si tratta per lo più di Blog generalisti.
I forum, circa 5.000, contengono il 32,7% delle discussioni e sono il luogo in cui si cerca soprattutto supporto affettivo e sociale in relazione alle difficoltà dirette o indirette causate dalla disabilità. Ed è qui che le donne si mostrano più sensibili e apprensive: sono loro che intervengono maggiormente per i problemi di disabilità dei bambini.
Dall’analisi degli oltre 70 mila messaggi rilevati emerge che il web crea e diffonde non solo informazioni, ma una vera e propria “cultura sulla disabilità”.
Grazie al Web si riesce a parlare più liberamente, si ha meno timore di toccare argomenti privati e socialmente poco considerati, certamente estranei all’agenda dei media tradizionali. C’è spazio per esprimere e dare valore a testimonianze toccanti, a storie di esperienze dirette, a temi inediti e questioni purtroppo ancora poco convenzionali. Si parla di disabilità e sesso, e ci si accorge finalmente che non è difficile parlarne, che sul web cadono i tabù.
Il web accoglie e dà voce a tutti i desiderio di normalità: la distanza tra il mondo considerato “diverso” e la società si accorcia.
Si riesce a parlare di vacanze: si condividono le opinioni sui mezzi più adatti o gli accorgimenti per superare le difficoltà del viaggio e si segnalano le strutture più confortevoli. Si parla di mete non solo comode, ma anche esotiche, lontane e di viaggi avventurosi. Grazie alla condivisione di informazioni e di idee, i desideri diventano più realizzabili.
Se della disabilità in rete si parla tanto, sulle malattie neuromuscolari e sulla SLA negli ultimi 12 mesi ci sono stati oltre 20.000 messaggi. Commenti e pubblicazioni sul web riguardanti queste malattie aumentano soprattutto in relazione ad annunci e scoperte scientifiche.
La ricerca scientifica è il grande tema del web sulla SLA. Sono i progressi scientifici che destano maggiore interesse e dibattito, ad esempio l’annuncio della scoperta di un nuovo gene o di un nuovo strumento per migliorare la comunicazione dei pazienti. Anche in questo caso, i luoghi privilegiati di dibattito sono i Forum, su cui si registra il 40,7% delle notizie pubblicate, e i Blog con il 31,7%. Anche Twitter svolge un ruolo interessante: sul microblogging viene postato il 17% delle pubblicazioni online. Il popolo di Facebook anche in questo caso si mostra meno sensibile (7,7%).
Dalle opinioni pubblicate in rete emerge, poi, una considerazione molto rilevante: la SLA sembra spaventare più dell’AIDS. Le difficoltà della diagnosi, l’impatto che questa malattia ha sulle condizioni di vita dei pazienti, la sofferenza fisica e psicologica, ma anche tutto quello che ancora non si sa e che è circondato da un alone di mistero terrorizza la gente.
Cristina Papini, Research & Analytics Director di Nielsen, ha commentato i dati emersi da questa importante indagine:
Il web dà voce non solo ai diretti interessati, ma anche ad una parte della società civile più attenta e sensibile, che si rivela sanzionante nei confronti delle pratiche e dei comportamenti scorretti. I comuni cittadini twittano, ad esempio, le cattive pratiche di altri cittadini o l’assenza di attenzione di istituzioni o di aziende”.
E ancora:
Sui Social Media emerge una spiccata libertà di espressione che consente finalmente la diffusione di una contro-cultura sulla disabilità stessa e che contrasta gli stereotipi sedimentati nell’immaginario collettivo. La disabilità viene finalmente testimoniata non solo come una privazione (parlando ad esempio delle barriere architettoniche e delle difficoltà a scuola o sul lavoro), ma viene raccontata da uomini e donne come vita quotidiana, fonte di problemi e di successi nel loro superamento”.
Non possiamo che augurarci che la diffusione di questa Cultura sulla Disabilità, nata attraverso il web, possa consolidarsi nel tempo e riuscire ad affermarsi. Diffondendosi soprattutto nell’opinione della gente che ancora della disabilità conosce poco o non vuole parlare.