India, boom di import di oro nel corso di settembre

Da Mrinvest

India, boom di import di oro nel corso di settembre
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Ottime notizie per i produttori di oro, visto e considerato che la All India Gems & Jewellery Trade Federation, autorità di riferimento per l’oro nel subcontinente asiatico, ha affermato tramite un proprio direttore che nel corso del mese di settembre 2014 le importazioni indiane di oro sono praticamente quadruplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e fungendo da impulso per una domanda globale di oro che dovrebbe riprendere ulteriormente quota nel corso delle prossime settimane. Ma cosa è accaduto in India? E perché è stato possibile riscontrare un simile boom di import?

Sinteticamente, la federazione che sovraintende il commercio di gioielli in oro e gemme preziose, ha confermato che nel settembre 2014 le importazioni sarebbero cresciute a 95 tonnellate di oro, rispetto alle (meno di) 20 tonnellate di oro che era stato possibile rilevare nello stesso periodo di dodici mesi prima. Sulle motivazioni che hanno spinto questo incremento vi sono pochi dubbi: i prezzi attuali sono infatti relativamente bassi, e comunque sufficienti per stimolare in modo congruo la domanda stagionale di oro in India. Sulla lunga onda positiva dell’import di settembre, l’All india Gems & Jewellery Trade Federation ha inoltre precisato che le importazioni dell’ultimo trimestre 2014 dovrebbero crescere intorno alle 175 – 200 tonnellate.

Sempre in ambito statistico, ricordiamo come il Ministero del Commercio indiano abbia stimato come le importazioni di settembre siano state pari a un controvalore pari a 3,75 miliardi di dollari, per un importo che è superiore al 450% rispetto a quello di un anno fa, e per un aumento che riflette in modo impattante il recente allentamento delle restrizioni sul commercio di oro, rappresentando quindi uno sviluppo significativo rispetto alla debolezza che era stata incontrata nel primo semestre dell’anno. Infine, chiudendo la parentesi statistica aperta qualche paragrafo fa, ricordiamo come secondo i dati del World Gold Council, in India la domanda per gioielleria e investimenti sarebbe calata del 34% a 394,4 tonnellate nei primi sei mesi dell’anno.

Sancito quanto precede, rimane da comprendere in che modo la domanda di oro dall’India possa essere in grado di influenzare le quotazioni in ambito internazionale. Soggettivamente, pare improbabile che le notizie positive sottostanti l’import indiano possano essere effettivamente un sinonimo di spinta globale del prezzo dell’oro, che rimarrà presumibilmente e maggiormente ancorato a quanto accade in ambito valutario e, principalmente, in ambito dollaro.

In altri termini, se il dollaro continuerà nella sua marcia (e tutte le determinanti e le previsioni sembrano suggerire un simile sviluppo), è improbabile che un fattore quale quello indiano possa controbilanciare la tendenziale e graduale fuga dal lingotto. Di contro, se i dati di fine anno (e soprattutto quelli sul mercato del lavoro) dovessero deludere, e rinviare quindi le aspettative di un prossimo rialzo anticipato dei tassi di interesse di riferimento della Federal Reserve, sono possibili oscillazioni più dinamiche.

Concludiamo l’approfondimento odierno ricordando che per la prima volta dal mese di aprile 2013 le quotazioni del platino sono calate sotto quelle dell’oro. Da metà luglio ad oggi, il prezzo del platino ha perso circa il 18% del proprio valore, in buona parte a causa delle oscillazioni produttive in alcuni mercati soggetti a scioperi e varie turbolenze (come quelli sudafricani).

A influenzare l’andamento delle commodities anche la crisi europea, con il rallentamento della crescita economica che non può che frenare la domanda di materie prime e, in essa, dei metalli. Rimane ora da comprendere quali saranno i dati fondamentali delle prossime settimane: un indizio di sicura attendibilità per valutare in che modo verrà chiuso l’esercizio finanziario.