Le proteste dei villaggi non sono state ascoltate dall’impresa, fino a quando un gruppo di attivisti di Greenpeace non ha scalato gli uffici della Essar a Mumbai. Una insolita alleanza tra attivisti ambientalisti urbani e comunità forestali, per dimostrare all’India del turbinoso sviluppo che non c’è futuro per il paese senza proteggere le foreste e le comunità che le abitano.
L’estrazione di carbone minaccia di avere impatti devastante sull’ambiente, e di far sparire specie vegetali in via di estinzione e gli animali a rischio. Gli alberi sono una delle ultime antiche foreste in Asia. Nella sua parte meridionale si trova una riserva della tigre, e la foresta stessa svolge una importante funzione di corridoio faunistico, unendo ecosistemi di regioni diverse. Questa foresta è il tassello fondamentale nel mosaico forestale che si estende tra gli stati di Chhattisgarth e Jharkhand, e se non sarà protetta, l’erosione si estenderà a macchia d’olio in tutta la regione.
Nel lungo periodo, le foreste sono una risorsa essenziale per il benessere ecologico e sociale dell’India. Migliaia di persone fanno traggono le loro risorse da foreste già destinate dal governo alla distruzione, e la loro capacità di sostentamento è minacciata da ingiunzioni di sfratto e documenti di esproprio. Il progetto minerario nella foresta di Mahan è parte di un modello di sviluppo che minaccia il futuro del paese.
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