Indiana Jones and The City of the Gods

Creato il 07 luglio 2011 da Mcnab75

Facciamo un po' di hype parlando di qualcosa di sfizioso, vi va?

Vi ho già accennato di Nazis Mages must die!, il mio secondo volumetto lemuriano che si occuperà, sempre in termini pratici e “snelli”, di dieci incredibili X-files riguardanti le ricerche esoteriche e/o scientifiche più incredibili finanziate dalle SS del Reichsführer Himmler. Tra bombardieri sperimentali, ricerche sulla possessione mentale, antica magia egizia e altre piacevolezze, ci sarà davvero da divertirsi.

In appendice a questi dieci mini-dossier, troverete un'appendice riguardante l'impatto del nazismo esoterico nei libri, nei fumetti e nei film. Tra le citazioni dovute c'è anche la saga di Indiana Jones, i cui due migliori capitoli (il primo e il terzo) vedono il nostro Indy alle prese proprio con le folli ricerche dei tizi con la svastica sul braccio. Del resto, come immaginare avversari più temibili e – ammettiamolo – affascinanti?

Ma ciò che forse in pochi sanno è che anche nel quarto film della saga, Indiana Jones e il Regno dei teschi di cristallo, dovevano esserci i nazisti al posto dei sovietici.

La sceneggiatura, a opera di Frank Darabont (The walking dead), già autore di alcuni episodi del serial-Tv Young Indiana Jones, aveva anche un titolo diverso, The City of Gods. La storia era ambientata negli anni '50 e vedeva aveva per protagonisti alcuni nazisti sfuggiti al crollo del Reich grazie alla fuga in Sudamerica nel '45. Molti elementi dello script originale sono stati poi effettivamente utilizzati ne Il regno dei teschi di cristallo (i suddetti teschi, Marion, la salvezza dall'esplosione grazie a un frigorifero, l'ambientazione etc etc), ma il resto è stato cambiato.

Secondo molti fan il copione di Darabont ha qualcosa in più, sia a livello di caratterizzazione dei personaggi, sia nei dettagli. Questo oltre alla già citata scelta dei villains, che da sola avrebbe contribuito a innalzare il valore complessivo del film. Tra l'altro non sono certo i nazisti ad aver fatto bocciare il lavoro di Darabont, visto che una versione 2.0 del suo copione li sostituiva coi sovietici, proprio come poi si vede ne Il regno dei teschi di cristallo.

Tra le cose che m'incuriosiscono dello script bocciato c'è, per esempio, la mancanza di Mutt (Shia LeBouef), il figlio di Indy, che ho trovato francamente insopportabile. Ma anche il ruolo degli alieni è ben diverso. Darabont li aveva intesi più terrificanti e per nulla benigni, al punto da suggerire l'idea che siano loro ad aver instillato negli esseri umani l'esistenza di Dio nel corso dei millenni. Un concetto pericoloso, almeno secondo i parametri statunitensi degli ultimi anni.

A quanto pare The City of Gods piacque molto a Spielberg, mentre Lucas lo scartò fin da subito per motivi poco chiari.

Quel che rimane è dunque ciò che abbiamo visto al cinema. Che non è malaccio, ma poteva essere meglio.

Perfino molto meglio.


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