La diffusione di Twitter favorisce una crescente adesione da parte dei giornalisti di tutto il mondo che utilizzano la nota piattaforma di microblogging come strumento sia di diffusione che di raccolta delle informazioni.
E’ un fenomeno la cui rilevanza è confermata dall’esistenza di una piattaforma ad hoc che raccoglie, suddividendoli per argomento, i tweets di moltissimi giornalisti.
Ora il Guardian segnala che PeerIndex, servizio lanciato a luglio del 2010, ritiene che l’autorevolezza dei giornalisti possa essere misurata anche sulla base della loro partecipazione a Twitter.
Nella prima settimana di gennaio sono stati analizzati 900 giornalisti britannici con un account attivo su Twitter ed è stata realizzata una classifica di quelli che, in base ai parametri definiti, sarebbero i più autorevoli.
Pero ogni profilo analizzato viene realizzato un radar che si basa su 8 aree diverse e che incrociato con i risultati relativi ad autorevolezza, attività e audience elabora un punteggio.
Oltre all’attività su Twitter viene effettuato il tracking del profilo in analisi su Linkedin, Facebook e [se attivo] del blog redatto.
Il giornalista maggiormente accreditato è risultato essere Charles Arthur, editor di the Guardian’s Technology.
L’analisi non può certamente essere rappresentativa in assoluto dell’autorevolezza dei giornalisti che evidentemente si fonda non solo sulla loro adesione e partecipazione “sociale”. Rappresenta non di meno un interessante approfondimento consentendo finalmente di andare oltre il semplice numero di fans e followers ed è un’ulteriore testimonianza concreta della socialità dell’informazione, della notizia.
Se oltre che professionalmente siete incuriositi anche a titolo personale e volete verificare il vostro punteggio, potete farlo partendo da qui.