Indietro tutta, ieri al TG5 è ritornato in video preoccupato per il colpo di mano di Renzi sulle riforme che pure ha votato: c’è il rischio di una deriva autoritaria. Accipicchia! Non era questo il Nazareno che volevamo: per il bene del paese, non si deve mettere mano alla prescrizione, alle frequenze TV, al falso in bilancio, al bonus evasione. Così mi rovina. Verdini ha sbagliato tutto, infatti non era a corte ieri sera. E non è il solo ad aver sgarrato conferma il Minzo, anche tutti gli altri che hanno votato le riforme ad ogni schioccar di palpebra (uveite permettendo), portano delle responsabilità in questo caos. La dialettica interna è importante, le anime di un partito devono essere rappresentate, altrimenti arriva l’uomo nero e finisce che ci manda tutti per stracci. Guarda che Renzi NON è Dalema, se mandi all’aria le riforme finisce che ti ammazza (politicamente), è il grido di dolore del compare fiorentino estensore della riforma costituzionale. Dalema abbaiava, questo morde, mette in guardia Verdini. E’ commovente vederlo in TV, così preoccupato per le sorti della nostra democrazia, ribatte con quella sua tipica punta di sarcasmo lento l’eterna puella Serracchiani. Silvio non sa più quello che dice, intanto il suo premier a palazzo Chigi già si prepara a triangolare coi bersaniani per introdurre i collegi nel caso Berlusconi per una volta decidesse di mantenere il punto e non cambiare nuovamente idea all’ultimo istante: l’italicum deve passare anche con modifiche, è sul job act che invece Renzi è deciso a non mollare l’osso…
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