INDILIBR(A)I - Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti
Via Giacomo Bresadola 12/14 – Roma (Centocelle/Prenestino)
tel. 0625210252
e-mail info@libreriailmattone.it
Il Mattone è una libreria indipendente che dall’aprile 2007 rappresenta a Centocelle una piccola roccaforte della lettura e della cultura intese come occasioni di incontro e di scambio. Tra le molte attività proposte dal giovane Alessio Zambardi ci sono laboratori di narrazione e di scrittura, concerti, spettacoli di teatro e cabaret, corsi di disegno e pittura per bambini.
Quando nasce la sua libreria e perché ha deciso di aprirla?
La Libreria Il Mattone nasce ufficialmente il 21 aprile 2007, ma nella mia testa era già presente da molti anni. Nella mia vita non ho mai fatto studi letterari (né alle superiori né all’università) ma i libri sono stati sempre presenti dal giorno in cui la mia professoressa di lettere, parlando del Grande Fratello a diciotto semianalfabeti di un IV Tecnico Industriale (era il 1992, tempi non sospetti), disse: «Tra l’altro il libro 1984 in biblioteca c’è, semmai qualcuno volesse prendersi la briga di leggerlo!». Buttò lì questa frase e, senza saperlo, mi ha indicato la strada. Da allora non ho più smesso, né di leggere, né di ringraziare la mia professoressa. Quando mi sono stancato degli studi li ho abbandonati e ho lavorato in un paio di grandi librerie del centro di Roma, ma sempre con la testa alla mia.
Alessio Zambardi
Volendo descrivere la figura del libraio attraverso i miti letterari, sceglierebbe quello di Don Chisciotte o di Giovanni Drogo del Deserto dei tartari, o un altro ancora?
No, niente eroi e niente missioni da compiere in nome di chissà cosa. Il libraio è semplicemente uno tra i pochi privilegiati che fa un lavoro che ama. Quanto è rara oggi una cosa del genere?
Quali differenze ci sono tra un libraio e un venditore di libri?
Una, ma sostanziale: il libraio vive di clienti abituali, conosce i loro gusti e consiglia di conseguenza, parlando – cosa che al venditore di libri è spesso vietata – impara. Tanti amici del Mattone leggono più di me e ho sempre qualcosa da apprendere. Ecco, forse un’altra differenza c’è: il tempo. Mentre il libraio ha tempo per parlare e scambiare opinioni, il venditore sistema pile di libri.
La Scuola Mauri per librai ha premiato Arion, il marchio di librerie indipendenti romano. Ma parliamo sempre di una catena, per quanto indipendente dai grandi marchi editoriali. Per avere successo, dunque, si deve essere comunque grandi e organizzati?
Dipende da che cosa intendiamo per successo: il numero di punti vendita? Il fatturato in crescita? Il numero di autori invitati a fare presentazioni? Oppure la stima e l’affetto delle persone, il saluto quotidiano dei bambini che vogliono assolutamente raccontare quello che hanno fatto a scuola, l’espressione di gioia della ragazza che trova il libro che non riusciva a trovare in nessun’altra libreria; la semplice sopravvivenza della libreria stessa, non è questo forse un successo? Dopo questa impennata di stucchevole romanticismo io mi chiedo: in base a che cosa la Scuola Mauri ha premiato Arion? Sfido chiunque a trovare le differenze con Feltrinelli o Mondadori.
Con Pianissimo – libri sulla strada, l’iniziativa di Filippo Nicosia che dal 9 agosto al 2 settembre ha girato la Sicilia a bordo di un pulmino pieno di libri, è stata sperimentata una via estrema di libreria indipendente, e anche con notevole successo. Che cosa ne pensa? Un modello da diffondere?
Idea fantastica. La maggior parte delle persone è pigra: fisicamente e intellettualmente. Non trova mai tempo per. Non ha mai voglia di arrivare fino a. E allora portiamogli i libri sotto casa, facciamo ri-scoprire loro il piacere della lettura, perché solo di questo si tratta: puro e semplice piacere, che però ha conseguenze inimmaginabili e meravigliose. Questa del pulmino è una bellissima provocazione, ma tale vorrei rimanesse: personalmente preferirei una libreria per ogni quartiere, o paese.
L’ODEI, l’Osservatorio degli editori indipendenti, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla urgente necessità di azioni coordinate a sostegno delle librerie indipendenti. Secondo lei di che cosa hanno bisogno i librai in Italia?
Uno: correttezza. Stesse condizioni commerciali per tutti, grandi e piccoli, si può convivere tranquillamente insieme, senza essere nemici. Basta campagne promozionali: il prezzo del libro è quello, punto e basta. Due: fiducia. Che tradotto vuol dire conto deposito. Quando io metto un libro nello scaffale è perché voglio avere quel libro nello scaffale e sono consapevole che potrebbe rimanerci per sei, sette o otto mesi prima che un cliente lo acquisti: ma dopo due mesi mi viene chiesto comunque di pagarlo. Non ce la facciamo.
Se lei fosse “solo” un lettore, che cosa le piacerebbe trovare in una libreria?
Mi piacerebbe trovare una persona che ama il lavoro che fa, un’atmosfera che mi renda piacevole stare in libreria, trovare 1984 di George Orwell anche se è Mondadori. Mi piacerebbe trovare il giusto spazio per i piccoli editori, certo, ma non in maniera eccessiva: piccolo non vuol dire di qualità. Anzi, la maggior parte dei piccoli editori pubblica cose a mio parere illeggibili.
Propone iniziative per incoraggiare la lettura e l’incontro con i lettori?
Per rispondere precisamente alla domanda: no. Le mie sono proposte di altro tipo: corsi e laboratori di narrazione e di scrittura, concerti, spettacoli di teatro e cabaret, prossimamente corsi di disegno e pittura per bambini: tutto in mezzo ai libri, non ho sale dedicate, spostiamo un po’ di roba ma rimaniamo circondati dai libri. Rarissime le presentazioni.
Che tipo di clienti ha?
Centocelle è un quartiere molto popolare e popolato, ce n’è di ogni tipo: dalla pensionata che cerca l’ultimo libro di cucina al professionista che cerca quel particolare libro in quella particolare traduzione perché l’altra traduzione non va bene, dallo studente universitario alla giallista accanita.
Il libro che consiglia per questo mese e il libro più venduto.
Vi ho già parlato di 1984 di George Orwell? A parte gli scherzi, per consigliare un libro dovrei sapere qualcosa di chi lo leggerà, altrimenti non saprei dire. Però io non farei mancare nella mia libreria una copia di V per vendetta, graphic novel uscita per Vertigo che confina molto con 1984 (aridanghete): è un libro che ti sbatte addosso e senza delicatezza il vero concetto di libertà. Per quanto riguarda il più venduto preferirei non rispondere.