INDILIBR(A)I – Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti
La Libraire du Square
61, rue de Batignolles – 75017 Paris
www.lalibrairiedusquare.fr
Nel quartiere di Batignolles, ormai diventato bobo (“bourgeois bohème”), chiude una libreria, ma ne apre una nuova. Pages après pages, in rue des Dames, sta infatti per concludere il proprio ciclo durato cinque anni, complici la crisi, gli acquisti su Amazon, i prezzi bassi di libri tascabili (molto più bassi che in Italia, ma soprattutto di qualità molto alta), che non permettono un margine di guadagno adeguato al libraio, come mi spiega la proprietaria, Anne.
Ma nel frattempo, qualche via più in là, senza paura della crisi ma con un’identità ben precisa, è nata La Librairie du Square.
L’idea è quella di avere uno spazio a misura di bambino: né troppo grande, né troppo piccolo. Il quartiere è ideale, con famiglie multi etniche – siamo nei pressi di Place de Clichy, storico quartiere nel XVII arrondissement amato dagli impressionisti, oggi sempre più gentrificato.
Valentine Roques, la libraia, pratica la gentilezza come arma contundente, qualità rara, mi duole dirlo, tra i parigini, se escludiamo questo quartiere, che ha un’anima profonda e delicata, non è ancora sommersa dai flussi dei turisti ed è costellata di negozietti di artigianato e vintage.
Quali editori vengono accolti in libreria? «Quando progettavo la libreria volevo che vi si potesse trovare un gran numero di classici irrinunciabili della letteratura per l’infanzia: da Perrault a Ramos, passando per Munari, Ungerer, Komagata, Mari, Shapur, Grimm, Crowther, Sendak, Tana Hoban, Duhême e altri.
Per questo ho iniziato ad attingere dal catalogo dei due editori che hanno più titoli di questo tipo: l’Ecole des Loisirs e Gallimard Jeunesse.
Poi ho scelto molti titoli da case editrici più giovani, le cui linee editoriali mi sembrano molto interessanti, come Hélium, Mémo e Grandes Personnes.
Infine, ho pescato dai cataloghi di tutti gli altri editori che conoscevo, secondo i miei gusti. Ma la letteratura per l’infanzia è un continente molto grande: mi resta molto da esplorare.»
L’attività è arredata con semplicità – legno per terra e scaffali bianchi lasciano che i libri siano i veri protagonisti di questo luogo – e si programmano laboratori per bambini in uno spazio retrostante ancora in ristrutturazione.
Ha inaugurato il sabato precedente alla mia visita (quando si dice, il destino…) e si vede: è ancora intonsa, tutta da scrivere proprio come le pagine di un libro o di un albo delle scuole elementari.
I libri sono i veri attori di uno spazio totalmente consacrato a loro: sono quasi tutti albi illustrati, giochi di carta intelligenti e oggetti munariani. Spiccano come piccole installazioni tra gli scaffali, non si limitano all’area francese di produzione ma sono aperti ad altri oggetti illustrati “di design” per piccoli che arrivano anche da altri Paesi.
«Per ciò che riguarda i libri in lingua straniera» mi racconta Valentine «per il momento ho alcuni titoli in inglese, qualche libro di storie in inglese, spagnolo, tedesco e italiano. Ma ho intenzione di ingrandire questa sezione. Vorrei avere titoli bilingui e altri in lingua originale, per tutte le età (dagli zero ai dieci anni). Mi piacerebbe anche provare a proporre letture di racconti in lingua straniera.»
Perché venire qui e non andare da Gilbert Jospeh, sulle rive gauche, dove gli albi illustrati sono spesso scontatissimi, o da Fnac? È la politica del buon libro come quella del buon libro a contare, ma anche il fatto che in questo contesto, proprio come in una bella enoteca arredata con gusto, i libri si gustano: la calma è la regina incontrastata di queste pareti, ci si prende il proprio tempo per tutto.
Se un luogo del genere può sembrare di nicchia – e certamente, in parte lo è – è anche vero che la funzione sociale che svolge, secondo le indicazioni della proprietaria, è importante in un quartiere non esattamente centrale, anche se strategicamente posto a metà via tra Montmartre e la torre Eiffel (che vedo aprendo la finestra del quinto piano in cui alloggiamo).
Possono essere proprio i laboratori a svolgere una funzione sociale, in un quartiere come questo. Oltre a diventare fonte di sostentamento per la libreria stessa, sono certamente un modo per arrivare ai cittadini, e ai piccoli cittadini. L’idea che mi sono fatta transitando qui per una mezz’ora è che la consapevolezza con cui si sfoglia un libro porti il bambino a conoscere il libro, come fosse un’opera d’arte, a rielaborarlo e a renderlo proprio. Perché, come si legge nel sito dedicato a Bruno Munari, “capire cos’è l’arte è una preoccupazione inutile dell’adulto, ma capire come si fa a farla è un interesse autentico del bambino”.