"Questo dimostra che quando le associazioni ambientaliste si mettono assieme, riescono a battere un avversario potente e aggressivo, quale la APP ha dimostrato di essere - ha dichiarato Sergio Baffoni, dell'European Environmental Paper Network (EEPN) - E' ancora presto per dire se questo annuncio aprirà davvero la strada a una soluzione reale: solo la sua implementazione sul campo sarà in grado di provarlo. Nel frattempo suggeriamo alle imprese di continuare a evitare ogni rapporto commerciale con la APP".
"Purtroppo non possiamo nasconderci che la APP ha una lunga storia di impegni non mantenuti con il WWF, i clienti, le altre parti interessate e le foreste indonesiane che ha distrutto fino a ieri. Tutti noi ci auguriamo che questa volta l'azienda manterrà quello che ha promesso" spiega Massimiliano Rocco del WWF.
"La APP non potrà essere vista come un'impresa responsabile fino a quando i nuovi impegni non saranno implementati, e l'impresa non avrà sanato i devastanti impatti sulle foreste e sui diritti umani" ha aggiunto Lafcadio Cortesi, del Rainforest Action Network.. Perfino Greenpeace, ha ha negotiate con la APP il recente annuncio, e lo ha salutato come una "storica vittoria per le foreste indonesiane", sembra mantenere una certa cautela: "ciò che conta è quel che succede nelle foreste, e noi monitoreremo con attenzione i progressi sul campo" ha dichiarato Bustar Maitar, di Geenpeace Indonesia.
La APP si è anche impegnata a lavorare con le comunità indigene per assicurare la protezione delle loro terre tradizionali, e a chiedere il loro preventivo consenso prima di ogni intervento. L'impresa si è anche impegnata a proteggere le foreste torbiere, che preservano immense quantità di carbonio: queste ultime sarebbero in realtà già protette dalle legge indonesiana, ma l'applicazione della legge quasi non esiste.
La APP, parte del conglomerate industriale Sinar Mas, è ora divenuta la terza impresa cartaria del mondo, una posizione ottenuta distruggendo le foreste indonesiane. Ora l'impresa dichiara di avere sufficienti piantagioni per rifornire a lungo termine le proprie cartiere, ammettendo così di non aver più bisogno di deforestare. La APP ha ora bisogno di trovare investitori e sbocchi di mercato per i propri prodotti, e questo è ostacolato difficile dalla pessima reputazione aziendale: un buon motivo per adottare una politica più responsabile.
Ma c'è un ulteriore rischio in questo processo: se la nuova politica frutterà alla APP nuovi clienti e nuovi investitori, la crescita della produzione potrebbe richiederle anche maggiori rifornimenti. La APP sta cercando finanziatori per una nuova cartiera a Sumatra meridionale, che dovrebbe avere una capacità produttiva di due milioni di tonnellate di cellulosa annue, facendone la più grande line a produttiva del mondo. "Ironicamente, se la nuova politica della APP farà affluire clienti e investitori verso la APP, la nuova cartiera diventerà una realtà, accrescendo drasticamente il bisogno della APP di fibre di legno, e questo rappresenterà una forte tentazione per la APP a violare di nuovo gli impegni assunti" ha concluso Baffoni. Oltre sessanta associazioni ambientaliste hanno recentemente inviato una lettera agli istituti finanziari, chiedendo loro di non investire nella nuova cartiera.