"[...] l'uomo, nella sua realtà era di corta intelligenza, correlativa alla sua radicale deficienza di sensibilità morale, ignorante, di quella ignoranza sostanziale che è nel non intendere e nel non conoscere gli elementari rapporti della vita umana e civile, incapace di autocritica al pari di scrupoli di coscienza, vanitosissimo, privo di ogni gusto in ogni sua parola o gesto, sempre tra il pacchiano e l'arrogante.
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