Indovina chi viene a cena.

Creato il 21 aprile 2012 da Gianna
È difficile indovinare cosa stia effettivamente accadendo tra le quinte della cosiddetta politica, anche perché quasi mai qualcosa di notevole avviene alla luce del sole. Attraverso i media, del resto, si viene a sapere solo ciò che è permesso di essere detto e il dibattito offre uno spettacolo tra i più scadenti, lasciandoci increduli della cifra intellettuale dei protagonisti. Perciò è da escludere che tale risultato non sia in realtà quello voluto. Quello che appare è il tentativo di creare un “nuovo” assetto politico in grado di vincere le elezioni, di offrire stabilità e l’illusione di un rilancio dell’economia. Per vincere le elezioni e vendere illusioni è sufficiente il controllo dei media e degli apparati. Cambiare tutto perché tutto resti esattamente come prima, è il motto di ogni epoca e non solo di quelle dall’unità nazionale a oggi. Per quanto riguarda l’economia, è assai noto che in materia non siano più i governi nazionali a decidere, tanto più in luoghi meridionali come l’Italia. Quando un paese, strozzato dai debiti e sottoposto agli umori degli speculatori, non ha moneta propria e non può decidere il bilancio e le misure fiscali le scrivono altri, che paese è? Eppure la chiamano ancora repubblica, indispensabile supplemento nominalistico per far pagare il debito ai poveracci senza peraltro sapere con chi l’abbiano contratto e quindi a chi effettivamente lo rimborsano (è un segreto di Stato). In tale pozzanghera nuota anche il Partito democratico, il quale, proprio per essere democratico ad ogni effetto, impone alla CGIL di fargli da rimorchio nelle decisioni a sostegno del governo più reazionario della storia recente. Ciò che cerca di essere il partito di Bersani non è quello che cerca la borghesia, non solo la grande borghesia. Dopo il diciotto brumaio fasullo di Monti-Napolitano (che pure qualche risultato l’ha ottenuto in adempimento alla famosa “lettera”), la borghesia cerca l’uomo dal forte carisma e di grande spregiudicatezza, un’altra marionetta mediatica da mettere nel posto che fu di Berlusconi. Al momento si stanno vagliano, senza entusiasmo, i foto books dei candidati. Ad ogni buon conto, a decidere per un verso o per l’altro non saranno le vicende interne e anche se Bersani dichiara che Monti durerà fino al 2013, troppe cose devono ancora succedere in un anno che si annuncia molto burrascoso. In attesa di vedere nel prossimo autunno qualche pezzo di carne infilzato sui rebbi dei forconi, è bene aver chiaro che non è Bersani o personaggi del suo calibro a decidere quanto debba durare il signor Mario. Le vicende della Lega sono eloquenti e, al bisogno, ce n’è per tutti.  diciottobrumaio

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