Ve lo ricordate quel vecchio film con la splendida Katharine Hepburn e il bravissimo Spencer Tracy? Sì, proprio “Indovina chi viene a cena”, quello in cui la giovane ragazza bianca di famiglia “bene” s’innamora di un giovane afroamericano e le rispettive famiglie si ritrovano a dover affrontare il tema delle differenze razziali e delle discriminazioni…
Scena finale del film del 1965 “Indovina chi viene a cena" tratta da Youtube
Ecco, a noi è successo qualcosa di simile…Indovina da chi andiamo a cena?
Ultimi preparativi…
E così abbiamo felicemente accettato di andare a cena a casa di amici tailandesi. Conoscendoli sapevo già che:
1 avrebbero preparato una favolosa cena in stile “Thai”
2 avrebbero tenuto in considerazione il fatto che mia madre non tollera molto il piccante e per niente il coriandolo e quindi andavamo sul sicuro
3 avrebbero fatto di tutto per stupirci con effetti speciali
Cibo tailandese per tutti i gusti!
Niente formalità. Una bella tavola imbandita, piatti preparati in casa dai nostri ospiti, qualche sedia sparsa in giardino, musica tailandese che usciva dalla finestra e tanti “zampironi” sparsi qua e là come contraerea a difesa dalle zanzare. Ovviamente non eravamo gli unici invitati. C’era l’intero vicinato, attirato dal profumo delle spezie più che da un invito vero e proprio, e qualche altro amico dei padroni di casa, tanto perché più si è meglio è. Senza neppure dirlo i “farang” (cioè noi) erano al centro dell’attenzione, tutti curiosi di sapere cosa i miei pensano della Thailandia, di Bangkok e dell’attuale situazione che il paese sta vivendo da mesi oramai. Fra un boccone e l’altro c’era sfuggito che nel frattempo qualcuno s’era assentato…
Carramba che sorpresa!
Cose dire? “Mamma, papà, vi presento le sorelle gemelle dei padroni di casa”? Meglio tacere e fare i vaghi. Ho pensato che magari non si sarebbero accorti di niente!
Lo sguardo perplesso di mamma Luciana
Dopo un attimo di imbarazzante silenzio c’ha pensato mio padre a rompere il ghiaccio! Con assoluta naturalezza m’ha guardato e ha commentato “Certo che con quei bicipiti se te dà ‘na sberla te fa gira’ un mese!”. E come dargli torto?
Transgenderismo, transessualismo, travestitismo, omosessualità: paroloni che fanno inorridire la gran parte dei benpensanti moralisti di tutto il mondo. Ai miei, invece di inorridirli, li hanno fatti sorridere! Soprattutto a Bangkok, ma anche in gran parte del resto della Thailandia, incontrare dentro “Boots" la farmacista transessuale o avere la collega che siede alla scrivania accanto che un dì fu uomo non è una cosa così inusuale. Non che qui ci siano leggi a tutela di gay e trans. Un uomo che diventi donna non vede il suo sesso cambiato sui documenti. Una donna che ami un’altra donna non può sposarla legalmente… ma può farlo al Tempio, con tanto di benedizione di amici e parenti nella maggior parte dei casi (ci sono le eccezioni che confermano le regole anche nella “Terra dei Sorrisi”).
Niente barba sotto al cerone
L’avete riconosciuto? E’ sempre lui, seduto mentre s’infila i tacchi nella seconda foto, alle prese con il cibo nella terza, nelle miniature alle prese con “trucco e parrucco” e seduto accanto a mia madre. Che parlando finisca le sue frasi con un “krub" - l’intercalare che che in lingua tailandese è specifico degli uomini - o con un "kaa" - l’intercalare che che in lingua tailandese è specifico delle donne - non fa nessuna differenza, davanti ho sempre la stessa persona generosa, gentile, simpatica e con la quale 4 risate ci scappano di sicuro!
Anche questa è Amazing Thailand!Niente citazioni famose a concludere il racconto di questa splendida serata fra amici in cui ho avuto riconferma che non è prerogativa dei giovani essere “open minded”, vi invito a cliccare sull’immagine del video qui sotto e ascoltare le parole delle 2 canzoni (non solo Madonna coinvolta nel video) che hanno segnato questo momento dell’appena conclusosi “Grammys 2014”
Tags: Transgenderismo, transessualismo, travestitismo, omosessualità,
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