Indovina chi viene a Natale?
Creato il 31 dicembre 2013 da Veripaccheri
Indovina chi viene a Natale?
di Fausto Brizzi
con Diego Abantuono, Claudio Bisio, Claudia Gerini, Raoul Bova, Cristina Capotondi.
Italia, 2013
genere, commedia
durata, 94'
Attesa, discussa e quasi sempre disprezzata la versione natalizia del
cinema italiano e' diventata nel corso del tempo un rituale che ha perso
per strada qualsiasi valenza artistica e spettacolare, per diventare un
fenomeno di costume indispensabile a tenere in piedi l'apparato
produttivo. Alla stregua del festival di San Remo, ed in barba alla
crisi dilagante, o forse proprio per quella, il pubblico gli rimane
fedele come si farebbe con il barbiere o con il prete confessore,
affrontando file interminabili ed accalcandosi nelle sale pur di
partecipare all'annuale Rendez-vous. Tra vizi e lazzi nel pentolone c'è
proprio di tutto, a cominciare dalla caricatura di un quotidiano che
funziona come simulacro di luoghi e situazioni tipicamente italiche. Il
marketing ci mette del suo lavorando ai fianchi lo spettatore con un
processo d'identificazione che si nutre della familiarità di corpi e
volti attoriali, utilizzati esclusivamente in funzione dell'immaginario
che si portano dietro; ed insieme, elaborando una fabula che al suo
interno sembra mimare ciò che avviene in sala, con individualità - degli
attori e dei loro personaggi - destinate ad incontrarsi sullo schermo e
dentro le storie.
Come accade in "Indovina chi viene a Natale?" il
nuovo film di Fausto Brizzi che parafrasando il titolo del celeberrimo e
seminale film di Stanley Kramer (Indovina chi viene a cena?,1967) ed
approfittando delle tradizione natalizia si diverte ad organizzare una
rimpatriata famigliare che diventa una scusa per la convivenza forzata
di caratteri di segno opposto. A farne le spese è la serenità di Diego,
imprenditore illuminato e di successo messo alla prova dalle scelte
della figlia Valentina innamoratasi di Francesco, a cui un incidente
motociclistico ha reciso entrambi gli arti. Novità che si somma a quella
di Chiara, decisa a tentare l'ennesima relazione con un compagno
maldestro che ne combina di tutti i colori mettendo alla prova la
pazienza del padrone di casa, e di Antonio, il fratellastro impegnato a
realizzare una fiction sul padre, musicista di fama appena scomparso,
per il quale è necessario ottenere l'autorizzazione scritta degli altri
fratelli.
Una sarabanda di equivoci, contrattempi ed anche ipocrisie
destinate ad una catarsi che ovviamente farà scoprire a ciascuno
l'importanza ed il valore degli altri partecipanti. Frustrato dal flop delle sue opere più ambiziose ("Com'è bello far l'amore", 2012 e "Pazze di me",2013)
Fausto Brizzi torna all'antico con un film che pur sotto mentite
spoglie ricalca il format di quel cinepanettone che in parte aveva
contribuito a consolidare con un buon numero di sceneggiature da lui
siglate. Abituato ad atmosfere boccaccesche ed ad una comicità che in
parte era frutto di una trivialità piuttosto smaccata, Brizzi sembra
quasi trovarsi in difficoltà di fronte alla sobrietà imposta dalle leggi
di mercato e dal buonismo stimolato dallo spirito dei tempi. In questo
modo avendo a disposizione alcuni dei pezzi più pregiati della nostra
commedia, parliamo di gente come Diego Abantantuono e Claudio Bisio,
abituata a ruoli da mattatore, ma anche di comprimarie di lusso che
rispondono al nome di Claudia Gerini e Cristina Capotondi, entrambe
habituè del regista romano, Brizzi sembra girare con il freno a mano,
regalando a ciascuno degli interpreti una drammaturgia troppo soft per
innestare le qualità dei suoi cavalli di razza. Adottando il solito
metodo del bastone e della carota, con i personaggi sottoposti ad un
trattamento che dapprima li consegna alla mercè di difetti ed
idiosincrasie di vario genere e natura, e successivamente li
restitutisce ad una normalità che smussa qualsiasi spigolatura,
"Indovina chi viene a Natale?" non riesce a superare l'estemporaneità di
qualche assolo ad effetto - quello di Abantuono che rispolvera il suo
slang da terroncello per fare ingelosire Francesco con una telefonata in
cui si spaccia per un ex amante della figlia - oppure facendo leva sul
romanticismo fisiognomico di una Capotondi alla qual nemmeno la perfidia
del regista che ad un certo punto la dipinge con un passato da
sgualdrina riesce a scalfire, così come quello di Raoul Bova, reso
ancora più docile dalla pantomima tragicomica che lo riguarda.
Rivelando
fin da subito la qualità del suo infingimento nella sequenza
d'apertura nella quale il maestro Claudio Bisio imita con acconciatura e
modi di fare palesemente posticci il personaggio di capitano Uncino
nella recita scolastica, "indovina chi viene a Natale?" risulta più
perspicace quando riflette sui meccanismi della messinscena: dapprima
dichiarandone la sacralità del fine mediante l'allestimento del presepe
vivente a cui Antonio prende parte, permettendo alla storia di incarnare
almeno per un attimo il miracolo della notte di Natale. E poi a
ridimensionare la nobiltà di quel gesto ma non l'efficacia,
l'affermazione dello stesso Antonio che rispondendo alle perplessità del
fratello a proposito delle inesattezze della cinebiografia che
amplifica i pregi del famoso genitore nascondendone le mancanze, afferma
l'assoluta necessità di alterare l'esistenza con elementi di finzione
che la rendano degna di essere vissuta. Una sentenza che sembra voler
giustificare gli eccessi d'inverosimile che Brizzi mette in campo nel
corso del film, e che purtroppo sono lo specchio dell'inconsistenza del
cinema italiano attualmente sugli schermi
(pubblicata su ondacinema.it)
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