Industria della "psicosi"

Ho finalmente capito perché gli americani sono spesso fanatici e fatalisti: basta guardare un documentario su Discovery channel. Sembra non lasciare mai una via di scampo. Ve ne citerò uno in particolare che mi è capitato di guardare qualche sera fa (alla fine del post troverete la prima parte). Basterà il titolo per chiarirvi le idee: 2012 apocalypse. Tutto verteva sulla leggenda (perché di questo si tratta) sul termine del calendario ciclico dei Maya di cui tutti voi, immagino, sappiate l'esistenza e le dinamiche (nel caso non lo sapeste, meglio per voi). Dopo aver spiegato le solite teorie sulla fine del mondo il 21 dicembre del 2012, le stesse venivano confutate con la semplice risposta: il calendario è ciclico, quindi non ha fine.
Scusate, ma non era chiaro fin dall'inizio? Per quale motivo, proprio il calendario dei Maya e non quello di altre popolazioni? Hanno montato su un'industria (sub)culturale in tuto il mondo per alimentare questo falso mito della fine del mondo: hanno scritto libri su libri, documentari, film e quant'altro. Hanno creato una nuova psicosi collettiva su cui guadagnare soldi e alimentare la paura del futuro. Mi chiedo se questa "industria della psicosi" possa essere denunciata per gli effetti dannosi sulla società, perché in fondo l'uomo è anche molto stupido. Non sempre brilla di intelligenza. 
La cosa che mi ha lasciato senza parole però è il fatto che trovassero tante altre "scuse" per definire il 2012, un anno di cambiamenti ed eventi che potrebbero portare a conseguenze catastrofiche per il nostro pianeta. Insomma, se nella sfortuna ci dovesse andare bene, non preoccupatevi, ci sarà sicuramente qualcos'altro a peggiorare la nostra situazione.
Ma ecco che la NASA corre ai ripari da queste psicosi cercando di spiegare anche agli allocchi che tutte le teorie catastrofiste non hanno nessuna base scientifica plausibile. Qui, potete trovare l'articolo.
Siamo davvero tutti salvi? Fino alla prossima psicosi!