Inediti di Andrea Lucheroni

Creato il 10 settembre 2012 da Wsf

- 877.

Si fa scorrere imbottito
il silenzio
e in questa quiete verbosa, cuscinetto
trattenuto dai passanti,
invece di imbrunire
come il giorno
che allaga tutte le strade
possedendole

questo farai
borbottare i muri di parole
imbrattate

- La Verità

La verità è che quel passante
prima non esisteva
era ciancicato, come il suo rumore
scroscio di foglie affangate

troppipassi

guardo le mani con pietà
le mani sono autunni
e le cose che gli accadono
sono rami, rami spezzati,
o invidiosi

troppirami

la verità è sempre sola
e i passanti non esistono
fino a che ti fermano
guardandosi le mani con la tua pietà

ed è in quella frazione di secondo,
mentre la scenografia pare compiere
rivoluzioni universali,
che non succede proprio niente.

Per la verità
ero io, quel passante
che prima non esisteva.

- Apologia dell’Esistenza

Le cose accadono quietamente
come la sera arrossisce

le prospettive

quando fugge se stessa
e si posa sui punti di fuga
allungando

lo spazio osservato

- La vida es sueño 1635

Sognava di sognare di svegliarsi
appollaiata sulle strade come
un lampione che guarda
tra cerchi e catene
il suo cono d’ombra

tutto quello che poteva non essere stata
se l’era scritto, scrivibile
sull’anima del mondo

e poi lo aveva sognato.

-  102.

Come di tenero asfalto, l’imbrunire dell’io
s’era disteso sul viso scomposto
da pezzi di sabbia e respiro
con la esatta espressione
del codardo presente – ripetuto –

il meccanismo di chi si approssima.

E poi era venuto giù
con tutto il circolare peso della luce
sprofondando oltre la pozzanghera

quell’oceano dei piccoli occhi
senza schizzi o riflessi o idee di paesaggio

eravamo solo il ventricolo
delle cose vissute

Bio-essenziale:

Andrea Lucheroni, è nato a Roma nel 1985, dove attualmente vive e lavora. Utilizza principalmente il blog www.jmarx.it per condividere parte del suo percorso poetico. Non ha pubblicato alcuna raccolta. Ancora. E non ha vinto nessun concorso. Oggi 10/9/2012 (poiché tutto negli occhi appare ogni giorno diverso e poiché la mente stessa cambia a suo piacimento il vedersi) Andrea vede la sua poesia come una poesia del distacco, un tentativo, o un desiderio che si versa, senza riempirla, in quella distanza che esiste tra il poeta ed il corpo stesso che si trova a smuovere, creando un’interconnessione materiale con un mondo in cui tutti gli uomini sono poeti.


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