Ineguaglianza, Ingiustizia e Rivolte Globali.

Creato il 27 giugno 2014 da Bostongeorge

Questa la traduzione di alcuni passaggi interessanti di un articolo di Andrew Gavin Marshall, un giovane giornalista e ricercatore indipendente che vive a Montreal.
Analisi sempre molto precise ed attente sulle dinamiche politico-sociali a livello mondiale.
E' un articolo con numeri sbalorditivi che dimostrano ancora una volta dove sta conducendo questa folle corsa globale verso una crescita devastante e oggettivamente irrealizzabile. Anche la retorica svanisce davanti a questi dati. I "grandi" economisti e "politici" possono confutare ancora per poco questo tipo di informazione. La realtà, le esperienze tangibili della cittadinanza globale, le stesse rivolte sono prove inequivocabili di una rabbia planetaria, di un risveglio sociale forse ancora troppo lento, ma inarrestabile. Buona lettura.
"World of Resistence Report: Inequality, Injustice and the Coming Unrest" (link articolo originale)
" Zbigniew Brzezinsk, ex consigliere della Sicurezza Nazionale USA e personaggio molto influente per le politiche internazionali americane, spiega che cosa intende quanto definisce l'Umanità nel processo di "Risveglio Politico Globale", grazie anche ad un accesso maggiore all'educazione, alla tecnologia ed alla comunicazione tra i popoli del pianeta.
Brzezinsk ha lungamente trattato con le Elite americane, i Gruppi di Pensiero (think tank) Europei ed i giornali, sottolineando come questo "risveglio delle masse" presenterà la sfida chiave per gli Stati Uniti e gli altri Paesi al potere, spiegando che un sempre maggiore numero di persone comprende quello che sta succedendo nel mondo, sono consapevoli delle ingiustizie, delle diseguaglianze, e della mancanza di rispetto e dello sfruttamento.
Ma Brzezinsk non è la sola figura che ha posto in primo piano alle Elite ed Istituzioni questo "risveglio" e le sue caratteristiche. La "disuguaglianza", tema centrale del movimento "Occupy", è divenuto punto centrale di discussioni globali, sia sociali che politiche, e le popolazioni sono conscie sempre di più del problema di chi ha tutto e di chi non ha niente. Se allo stesso tempo l'ineguaglianza è la fonte ed il risultato della concentrazione di potere in mano di pochi, rappresenta oltremodo una minaccia per gli interessi e le strutture di potere stesse. Molti di noi sanno che il Sistema del Capitalismo Globale è controllato da un ristretto gruppo di organizzazioni, gruppi ed individui che se messi insieme gestiscono la stragrande maggioranza delle ricchezze e risorse del nostro pianeta. Banche, multinazionali, dinastie familiari, istituti finanziari come il FMI (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale, tutti strettamente interconnessi ed interdipendenti per quella che si può definire come Oligarchia Mondiale.
Thomas Pogge (Filosofo tedesco e direttore del "Global Justice Program", nonchè Prof. di Affari Internazionali e Filosofia all'Università di Yale. ndr) ha spiegato sul "Georgia Journal of International and Comparative Law", che negli ultimi 20 anni successivi alla fine della "guerra fredda"  ci sono stati, nel mondo, circa 360 milioni di povertà/decessi evitabili, un numero maggiore di tutte le guerre del XX secolo messe insieme. Per l'anno 2004, oltre un miliardo di persone sono state "cronicamente malnutrite" e quasi la stessa cifra non ha avuto accesso ad acque potabili e ad un tetto sopra la testa. Circa 1.6 miliardi di persona non ha l'elettricità, mentre 218 milioni di bambini viene sfruttata e costretta a lavorare.
Pogge sottolinea come metà della popolazione mondiale vive con meno di $2.50 dollari al giorno, e che questa fetta di popolazione potrebbe essere recuperata con una spesa di circa $500 miliardi di dollari, che rappresenta i 2/3 della spesa annuale del Pentagono. Pogge afferma che l'1% degli abitanti del pianeta ne controlla il 40% delle ricchezze, mentre il 60% della popolazione appena il 2%. "Siamo arrivati al punto in cui il mondo è ricco a sufficienza per eliminare la povertà." Scrive Pogge. "Stiamo invece dando la priorità ad altri fini." Ancora oggi 18 milioni di persone, la metà bambini sotto i 5 anni muore ancora per indigenza, tutte cause evitabili. Viste attraverso queste lenti, la povertà, e la disuguaglianza sono i maggiori vettori di violenza, morte ed ingiustizia sulla terra.
L'Associazione Oxfam (una delle più autorevoli nella lotta alla povertà) ha notato come, per l'anno 2012,  le 100 più ricche personalità nel mondo possedevano una fortuna pari a $240 miliardi, somma 4 volte maggiore di quella richiesta per eliminare la povertà. Negli ultimi 20 anni il famoso 1% dei ricchi ha visto i propri introiti crescere del 60%, promuovendo un sistema di estrema ricchezza, che è, secondo l'esecutivo dell'Oxfam, economicamente inefficiente, politicamente corrosivo, settario a livello sociale, e distruttivo per l'ambiente.
Ma non solo questo. Un ex direttore, economista, per la "McKinsey & Company" ha pubblicato i dati per il 2012 sul "Tax Justice Network" mostrando come i "super ricchi" evadono tasse tra i 21 ed i 32 trillioni di dollari "nascondendoli" nei paradisi fiscali, questo fenomeno è aumentato nelle ultime 3 decadi, giusto per far capire come la diseguaglianza sia molto molto peggiore di quello mostrato dalle statistiche ufficiali.
Nei primi mesi del 2014, un nuovo studio dell'Oxfam, in cui si evidenzia come gli 85 più ricchi individui del pianeta detengono una somma pari a 1.7 trillioni di dollari, mentre lo stesso 1% detiene adesso la metà della ricchezza mondiale, 110 trillioni di dollari, tutto questo rappresenta una minaccia per le politiche mondiali ed i sistemi economici, con il rischio di aumentare inevitabilmente le tensioni sociali, secondo Oxfam
Che cosa significa tutta questa Diseguaglianza in termini di Instabilità sociale
Il rapporto tra disuguaglianza e instabilità è stato sempre osservato con un occhio di riguardo da oligarchi e sistemi plutocratici. Il pericolo potenziale di rivolte sociali è divenuto più lampante con la crisi finanziaria del 2007/08.
Il direttore dell' OECD (Organization for Economic Cooperation and Development), l'agenzia di rating Moody, il direttore del WTO (World Trade Organization) hanno evidenziato il rischio di esplosioni sociali, rivolte, tensioni tra le classi più povere e scontri sia di carattere inter-religioso che inter-etnico.
Lo stesso Brzezinsk dice :" Potremmo andare incontro a conflitti di classe, e se le persone saranno senza lavoro e davvero frustrate, ci saranno violente rivolte.
Uno dei primi ufficiali dell'Esercito americano, l'Ammiraglio Mike Mullen spiega che la crisi finanziaria ha lo stesso livello di importanza in termini di sicurezza delle operazioni in Iraq ed Afghanistan. Questa situazione potrebbe anche rivelarsi un duro contraccolpo per gli sforzi Americani di promuovere mercati liberi, visto che la crisi è stata scatenata dagli Stati Uniti stessi.
Nel 2009 il Ministero per la Difesa Britannico, grazie all'agenzia speciale MI5, era preparato a rivolte nelle strade inglesi, come risultato della crisi globale.
Un rapporto dell'Ottobre 2013 della "International Federation of Red Cross e Red Crescent Societies",  mettono in guardia sulle conseguenza delle politiche di austerità da parte dei Governi Europei, conseguenze che si protrarranno per decenni anche nel caso di un recupero economico in un futuro prossimo. Vediamo una disperazione silenziosa, che muta in depressione, rassegnazione e perdita di speranza, molti delle classi medie sono stati risucchiati nella povertà.
Lo studio continua analizzando gli aumenti costanti dei tassi di disoccupazione degli ultimi 24 mesi, sufficienti a far comprendere come la crisi sia sempre più profonda.
Secondo l'autorevole gruppo "Economic Intelligent Unit" (EIU)  numerosi sono i paesi con una alto rischio di sommosse, rivolte e tensioni sociali. Sfiducia nelle Elite Politiche, e nelle istituzioni tradizionali. 
Per il 2014 i paesi sotto la categoria ad "Alto Rischio" per rivolte e scontri sono: Argentina, Bahrain, Bangladesh, Bosnia, Egitto, Grecia, Libano, Nigeria, Siria, Uzbekistan, Venezuela, Yemen e Zimbabwe. Nella categoria appena inferiore, quindi sempre molto delicata troviamo: Algeria, Brasile, Cambogia, Cina, Ciprus, Etiopia, Guatemala, Haiti, Honduras, Iran, Giordania, Laos, Mexico, Marocco, Nicaragua, Pakistan, Peru, the Filippine, Portogallo, Sud Africa, Spagna, Tunisia, Turkmenistan, Turchia e Ucraina.
Fino a che le diseguaglianze aumenteranno le instabilità sociali seguiranno di pari passo.
Resistenza e Rivoluzione sono le nuove realtà globali."