Infanzia Clandestina – Il dolore e la bellezza della crescita

Creato il 16 maggio 2013 da Poison78 @poison78

USCITA CINEMA: 06/06/2013
GENERE: Drammatico,Storico
REGIA: Benjamín Ávila
SCENEGGIATURA: Benjamín Ávila, Marcelo Müller
ATTORI: Natalia Oreiro, Ernesto Alterio, César Troncoso, Cristina Banegas, Mayana Neiva, Douglas Simon, Teo Gutiérrez Romero
FOTOGRAFIA: Iván Gierasinchuk  
MUSICHE: Marta Roca Alonso   , Pedro Onetto
DISTRIBUZIONE: Good Films
PAESE: Argentina / Brasile / Spagna 2012
DURATA: 112 Min
FORMATO: Colore

Trama:

Argentina, 1979. Juan, 12 anni e la sua famiglia, tornano a Buenos Aires sotto falsa identità dopo aver trascorso diversi anni in esilio. I genitori di Juan e lo zio Beto appartengono all’organizzazione dei Montoneros, in lotta con la giunta militare al potere che continua a dargli la caccia. E quindi, per i compagni di scuola, compresa Maria della quale è innamorato, Juan dovrà chiamarsi Ernesto. Non dovrà mai dimenticarlo, a rischio di mettere a repentaglio la vita di tutti i suoi famigliari. Una storia di militanza, clandestinità e amore.

Commento:

Presentato al festival di Cannes 2012 la pellicola del regista argentino Benjamìn Ávila, è un racconto di formazione per lunghi tratti autobiografico in perfetto equilibrio tra la perdita dell’infanzia e l’inizio dell'adolescenza. Un film dolcissimo affrontato con il piglio giusto nei confronti della scoperta, e governato da una grande malinconia di fondo  dovuta al tragico sfondo degli eventi. La delicata storia del giovane Juan/Ernesto, obbligato a vivere nella clandestinità nel suo paese, in un preciso momento storico durante la dittatura militare in Argentina avvenuta tra il 1976 e il 1983. Con riferimenti artistici che spaziano da Loach a Kusturica, il regista argentino dona al suo lavoro una forte dose di realismo in cui la sensibilità narrativa giunge in soccorso della visione politica in atto.

Non aspettatevi tuttavia il più classico dei melodrammi sociali, il film non si segnala come un triste racconto di morte ma anzi è un inno alla speranza e alla vita. Non è la perdita la protagonista ma il sogno di una vita migliore. E’ un film poetico che sostituisce la violenza delle azioni militari con i sorrisi, i problemi e gli abbracci di tutti i giorni. Le scene di guerriglia sono sostituite da sequenze di animazione, sarebbe più corretto dire disegni animati, utili a rappresentare il lato macabro e non solo.

L’obbiettivo così come la narrazione sono vissute sempre dal punto di vista del protagonista principale, quasi a raffigurare un racconto di memorie dello stesso. Ottimo il contrasto tra bambini e adulti, rappresentati da convincenti figure carismatiche come i genitori, la nonna e il simpaticissimo zio. Tramite la storia del precoce Juan riviviamo i tragici eventi di una terra divisa sanguinosamente in due in modo differente dalle canoniche rappresentazioni di guerriglia armata. Ottima la colonna sonora così come la fotografia. Ávila si segnala come un regista dal sicuro avvenire, un autore capace di donare ad un atto dovuto il sapore dell’arte.  Altra ottima proposta della giovane società di produzione e distribuzione cinematografica nostrana Good Films, capace per il momento di selezionare, come da dichiarazioni ufficiali, poche ma buone pellicole.

Pro.

  • Dolcissimo e sofferto.
  • Infanzia Clandestina.
  • Un atto dovuto.

Contro.

  • Nulla da segnalare.

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