Il Museo archeologico dell'Alto Vicentino assieme a Woollyflower (Valeria) hanno proposto, nel nostro paese, questa bella attività di lavorazione della lana per ottenere il feltro.
Questo bel laboratorio si svolgerà in due pomeriggi. Durante il primo incontro, che vi sto illustrando, abbiamo imparato, grazie alla grande passione di Valeria, come ottenere in casa un vero e proprio pezzo di tessuto in fibra naturale per poter realizzare "homemade" accessori di vario genere e utilizzo.
Il tutto solo con risorse veramente a km zero: le nostre mani e lana di pecore locali che verrebbe altrimenti buttata via!
Che dire, ci siamo divertite e Valeria ci ha raccontato cose molto interessanti sulla lana, sulle pecore e su come è nata questa sua passione, per ridare un pò di valore a questa materia prima naturale che ha tanto sostenuto le economie locali e che poi è stata dimenticata, sorpassata e sostituita con tanto altro di sintetico, più commerciabile ma soprattutto più adatto ai veloci processi industriali su larga scala.
Come facevano le nostre nonne e bisnonne Valeria recupera lana tosata da pastori, nei nostri dintorni, la lava con acqua piovana per togliere le impurità e lo sporco raccolto dal pelo della pecora durante le sue "trasferte".Il passaggio successivo è la cardatura che serve per rompere ed allungare le fibre della lana che poi passerà alla filatura.
Nel nostro laboratorio abbiamo appunto utilizzato lana ottenuta fino a questa lavorazione.Bella, vaporosa, profumata di pecora e ancora con una "dose" di grasso naturale che fa sembrare le mani come quando ci si spalma una crema ammorbidente o il burrocacao.
Valeria ci raccontava com'è difficile trovare gli attrezzi adatti a lavorare la lana, come quelli che si usavano una volta, anzi quelli che si usavano una volta.Anche attraverso annunci non è riuscita a recuperare granché. Tante persone infatti, si sono disfatte di simili oggetti rimasti per anni e anni nelle soffitte.Ma la nostra insegnante si è ingegnata costruendosi da sé due belle spazzole per "cardare" con legno e spazzole per cane a pelo lungo!
Due orette sono trascorse serenamente a "impastare" con le mani la nostra porzione di lana, bagnata dapprima con acqua fredda e sapone di marsiglia e poi con acqua calda per innescare il processo di infeltrimento. Pressata, sfregata, battuta pian piano si è trasformata in un pannello di tessuto lanoso che una volta asciutto potrà essere ritagliato, sagomato e cucito a nostro piacimento.
Poi abbiamo realizzato un pò di palline con lana colorata, con lo stesso procedimento, che serviranno per addobbare il nostro alberello di feltro il prossimo incontro e un pò ne abbiamo portato a casa per farne delle altre.
Che dire, Valentina pur avendo solo poco più di tre anni si è divertita, con acqua e sapone, vi lascio immaginare. Poi Valeria ha messo a disposizione alcune palline di feltro per giocare.E un pò si è intrattenuta facendo scoppiare le bollicine del telo di plastica che ricopriva il tavolo... Però anche lei ha realizzato il suo piccolo telo di feltro che abbiamo portato a casa ad asciugare.