Come nei libri precedenti, anche per Inferno (traduzione di N. Lamberti, A. Raffo e R. Scarabelli, Mondadori, 2013), Dan Brown ha elaborato dati e caratteristiche che hanno un effettivo riscontro nella realtà. Prima fra tutte, l’ambientazione. Attraverso questo libro, infatti, lo scrittore ci guida lungo percorsi reali, anche se ignoti e ambigui, alla scoperta di passaggi e cunicoli che ci portano direttamente nel cuore della nostra storia. Come il Corridoio Vasariano, passaggio sopraelevato che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti e che fu realizzato dal Vasari nel 1565 su richiesta della famiglia Medici. Il passaggio avrebbe permesso ai membri della famiglia di muoversi fra la loro residenza e la sede del potere senza dover uscire all’aperto. A quei tempi, in effetti, le strade erano malsicure e percorrerle significava esporsi al rischio di attentati spesso mortali. Oggi, questo corridoio fa parte del Polo museale fiorentino, ma non è aperto al pubblico.
Il Consortium, poi, la misteriosa e ambigua organizzazione di cui si parla nel romanzo che esisterebbe nei fatti e che avrebbe diverse sedi in ben sette Paesi del mondo. Brown, come specifica in apertura del libro, si è limitato semplicemente a cambiarne il nome per motivi di privacy e sicurezza.
Vera anche la mappa dell’Inferno che, a un certo punto della narrazione, finisce fra le mani di Langdon: fu realizzata da Botticelli ed è una delle migliori rappresentazioni degli inferi danteschi.
Sembra, infine, che anche la scelta della data di uscita del libro, il 14/05/2013, non sia stata del tutto casuale. Stando a quanto circola in Rete, tale date rimanderebbe a una precisa simbologia, in quanto risulterebbe dall’anagramma numerico di pi greco (3,1415), la costante utilizzata in geometria per calcolare la dimensione delle circonferenze. E l'inferno dantesco è strutturato, appunto, in cerchi concentrici.
Per quanto concerne la trama, il tutto parte dal “centro dei fatti”. Esattamente come si fa nei thriller: si inizia a raccontare da una situazione già avviata e si scava lentamente a ritroso. In particolare, il protagonista si sveglia in una stanza d’ospedale in stato confusionale, ferito alla testa e con gli abiti insanguinati. Non ricorda assolutamente nulla di come sia arrivato a Firenze e di chi abbia tentato di ucciderlo. A tormentarlo, ci sono le mostruose visioni della Morte Nera e di altri strani simboli che rimandano alla prima cantica dell’Inferno, mentre, ancora barcollante e incapace di parlare, sa che deve fuggire dai suoi misteriosi inseguitori.
Enigmatica e affascinante è il personaggio di Sienna Brooks, la giovane dottoressa che lo aiuta a scappare. Da qui ha inizio una rocambolesca caccia all'uomo che porterà Langdon a sfruttare la sua conoscenza delle strade, dei cunicoli e dei passaggi segreti dei palazzi per potersi salvare la vita. In un crescendo di azione e di suspense, il romanzo dipana progressivamente, attraverso lo svolgersi di un intricato tessuto narrativo, le fila di un mistero appassionante e inquietante dove niente è quello che sembra e dove si susseguono a ritmo serrato colpi di scena e momenti di grande tensione. Una lotta in cui gli schieramenti avversi finiscono col trovarsi dalla stessa parte e attraverso la quale l’autore ci rivela come a questo mondo i confini fra bene e male non siano poi così netti e precisi, tanto che il male stesso può, esattamente come il bene, diventare talvolta necessario per la salvezza dell'umanità…
Inferno, riassumendo, è un libro coinvolgente, prevedibile in molti punti, ma che promette di diventare un nuovo bestseller. Anche perché avrà presto una versione cinematografica: lo ha svelato lo stesso Dan Brown nei giorni scorsi. È un libro che merita di essere letto, soprattutto per le descrizioni delle magnifiche opere fiorentine e per la tensione che lo scrittore di thriller è stato capace di instillare pagina dopo pagina.
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