Sotto la pensilina del bus 35 in direzione Shoreditch e sotto una pesante e incessante pioggia sono seduti una signora e un signore sulla sessantina. Entrambi indossano due cappotti identici e dello stesso colore, per di più tengono in mano due ombrelli anche loro uguali, vedo le fedi: devono essere marito e moglie. Nell’attesa il signore legge un libro, mentre la signora conversa incessantemente con lui, o meglio dovrei dire con sé stessa. La signora non smette di fare domande su domande e lui, come se non sentisse una parola, non risponde; anzi a malapena alza gli occhi dal libro. Qualche volta le rivolge uno sguardo, annuisce a qualche affermazione e borbotta qualche monosillabo, lei d’altro canto, non smette proprio di parlare. Stranamente, la signora non si infastidisce a quel silenzio incessante e alla scarsa partecipazione del marito nella conversazione. Sembra una scena del tutto normale per loro, chissà sarà l’abitudine mi chiedo? Di sicuro quel libro è di gran lunga di più compagnia della moglie. E così vanno avanti per 5 minuti, così vicini e così distanti allo stesso tempo. Lui, nel suo mondo e concentratissimo, legge Inferno di Dan Brown.
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