Infezioni delle vie urinarie: cause, sintomi e cura

Creato il 28 maggio 2014 da Catanesefra

Le infezioni delle vie urinarie sono una condizione molto frequente, soprattutto nelle donne. In genere si tratta di condizioni benigne, destinate a risolversi dopo un’adeguata terapia, nell’arco di pochi giorni; a volte tuttavia, in persone fragili, immunodepresse o affette da altre malattie (diabete, tumori ecc.), possono dar luogo a complicanze serie, come gravi infezioni dei reni, che possono portare ad insufficienza renale acuta o a setticemia (uro-sepsi), per il passaggio dei germi nella circolazione sistemica.

L’apparato urinario si compone di:

  • due reni
  • due ureteri (i tubicini che portano l’urina dai reni in vescica)
  • la vescica (all’interno della quale l’urina si concentra, finché la vescica non si svuota, con la minzione)
  • l’uretra (il tubicino che porta l’urina dalla vescica allo sbocco urinario).

L’uretra ha diversa lunghezza nei due sessi. Nell’uomo, decorre prima all’interno della prostata, poi all’interno del pene ed ha una lunghezza complessiva di circa 16-18 cm; nella donna, l’uretra è lunga appena 3-5 cm centimetri; è anche per questo che le donne risultano più esposte alle infezioni delle basse vie urinarie, perché i germi possono più facilmente risalire in vescica. Un’altra condizione favorente le infezioni delle vie urinarie nelle donne è la vicinanza dello sbocco uretrale all’ano; frequenti sono infatti nella donna le infezioni delle vie urinarie causate da batteri intestinali e da batteri che colonizzano le feci (come l’escherichia coli).

Le infezione delle vie urinarie si dividono in:

  • infezioni delle vie inferiori (che riguardano uretra e vescica; si chiamano rispettivamente uretrite e cistite), le forme meno gravi e spesso di facile risoluzione
  • infezioni delle vie superiori (che riguardano ureteri e reni, denominate  pielonefriti e nefriti, a seconda che coinvolgano le strutture dei bacinetti renali o solo i reni); infezioni importanti che richiedono un immediato trattamento e monitoraggio della funzionalità renale da parte del medico, preferibilmente in ospedalie, per evitare che i reni vengano danneggiati e che l’infezione si complichi ulteriormente con un’urosepsi

Le infezioni delle vie urinarie sono causate principalmente da batteri e, meno di frequente, da funghi, come la candida albicans. In generale i batteri penetrano nelle vie urinarie, risalendo dall’uretra. Nelle giovani donne, un fattore di rischio comune per le infezioni delle vie urinarie è rappresentato dall’attività sessuale, in particolare se si fa uso di diaframma e di spermicidi. Nell’uomo, le infezioni delle vie urinarie possono essere legate a stenosi (restringimento) del canale uretrale, a problemi a carico della prostata, alla presenza di calcoli vescicali o a una pregressa malattia trasmessa per via sessuale.

Le categorie più a rischio di infezioni delle vie urinarie sono rappresentate da:

  • donne incinte e anziani
  • persone affette da diabete (tipo 1 o tipo 2)
  • persone immunodepresse (a causa di infezioni o malattie da HIV o in trattamento con farmaci immunosoppressori o chemioterapici)
  • persone con calcoli delle vie urinarie o dei reni
  • persone con ostruzione dell’uretra (stenosi uretrale, ipertrofia prostatica, prolasso dell’utero o della vescica),
  • persone con vescica neurologica
  • portatori di catetere vescicale, in particolare nel corso di un ricovero ospedaliero (le infezioni delle vie urinarie rappresentano il 35-40% di tutte le infezioni ospedaliere).

Le urine possono avere un aspetto torbido e diventare molto maleodoranti; si avverte la necessità di urinare con maggior frequenza (pollachiuria) e spesso si ha difficoltà a trattenere le urine (urgenza); ci può essere dolore durante la minzione (disuria) e senso di pesantezza o dolore a livello della pelvi e lombare.  A volte le urine possono essere tinte di sangue (cistiti emorragiche) e può essere presente febbre.  I sintomi di una cistite cioè fastidio, dolore al basso ventre, necessità di urinare spesso, bruciore alla minzione, sono in genere sufficienti al medico per fare la diagnosi.

Gli esami di laboratorio utilizzati per la conferma sono:

  • l’esame delle urine (che mostrerà presenza di globuli bianchi, batteri e nitriti; in alcuni casi globuli rossi)
  • l’urinocoltura che permette di isolare il germe responsabile dell’infezione e di verificarne la risposta a diversi antibiotici (antibiogramma). Per effettuare l’urinocoltura, è necessario raccogliere l’urina (10-20 cc) in un apposito contenitore sterile, prelevandola dalla parte centrale della minzione (né all’inizio, né alla fine), senza interrompere la stessa. L’urina così raccolta deve essere portata il più rapidamente possibile al laboratorio di analisi, evitando di conservarla in un ambiente caldo.

Nelle forme recidivanti o in caso di pielonefriti può essere utile effettuare un’ecografia delle vie urinarie o una cistoscopia, per valutare la presenza di calcoli o di patologie stenosanti delle vie urinarie.

La terapia delle infezioni urinarie si basa, il più delle volte, sull’impiego di antibiotici; per quanto riguarda l’antibiotico più idoneo, è utile la risposta dell’urinocoltura con antibiogramma, che ricerca il germe responsabile e ne testa la sensibilità a specifici antibiotici.
L’antibiotico va assunto per tutto il periodo prescritto dal medico, anche se i sintomi tendono a scomparire rapidamente, in quanto il germe potrebbe sviluppare resistenza e si rischiano recidive. Se l’infezione interessa le basse vie urinarie, il trattamento viene effettuato, in genere, a casa. In presenza di una complicanza o di un’infezione più grave, è spesso necessario il ricovero, in quanto la terapia è più complessa e può richiedere il trattamento antibiotico per via endovenosa. In caso di dolore, può essere utilizzato un antidolorifico.

Le misure che aiutano ad evitare le infezioni delle vie urinarie sono: 

  • mantenere un’igiene accurata, in particolare dopo essere andati in bagno (per le donne asciugarsi e fare il bidet, lavandosi dall’avanti verso l’indietro e non viceversa)
  • svuotare la vescica dopo l’attività sessuale ed, eventualmente, modificare il tipo di anticoncezionale (diaframma e spermicidi) in caso di infezioni recidivanti
  • non trattenere l’urina se si sente il bisogno di svuotare la vescica
  • mantenere un buon transito intestinale, evitando la stipsi
  • bere succo di mirtillo; secondo alcuni studi protegge dalle infezioni delle vie urinarie.

articolo tratto dal Ministero della Salute


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