Infiniti (Year’s Best SF 15 parte 1) – Vari (Urania 1625)

Creato il 04 febbraio 2016 da Maxscorda @MaxScorda

4 febbraio 2016 Lascia un commento

Non tornero’ sulla mia passione per la collana Urania e per la fantascienza in genere. Storia decennale che si spinge talmente tanto indietro negli anni che a fatica devo convincermi di non essere nato con un Urania in mano. Se poi si tratta di racconti, allora l’invito e’ duplice, sia per gusti personali che per il legame che da sempre il genere condivide con i testi sulla corta distanza. Oltre cio’ si parla di una delle raccolte di racconti per eccellenza, la "Year’s Best" curata da David G. Hartwell e Kathryn Cramer, per esattezza la numero 15 pubblicata in originale nel 2010.
La 15 era una delle serie che Urania doveva ancora pubblicare e recuperata su due uscite, questa e la successiva.
I racconti, e’ evidente, appartengono alla fine del decennio scorso, un campionario spiegato e illustrato con riferimento agli autori e al contesto del racconto.
Non c’e’ un vero e proprio filo conduttore, oltre ad una scelta qualitativa s’intende, anche se alla fine le realta’ alternative la fanno da padrone.
Insomma, pare non mancare nulla: curatori esperti, scrittori al vertice, tematiche brillanti eppure, gia’ eppure, non mi e’ piaciuto quasi nulla. Sara’ che il primo racconto di Vandana Singh a stento s’inquadra nel contesto oltre un intorno disgustosamente buonista o che a seguire non si migliora con gli USA ucronici di Robert Charles Wilson, serve arrivare a Bruce Sterling per risvegliare un po’ l’interesse per una storia curiosa quantomeno per l’ambientazione tutta italiana. Occasione mancata per "Esegesi" di Nancy Kress che racconta i secoli a venire con la semantica, fino a "Erosione" di Ian Creasey, il meglio dell’intera operazione. Il resto con altre ucronie di nazisti, prussiani, alieni galattici e strane malattie, scorrono senza colpire, nemmeno graffiare con qualche suggestione e poca sostanza. Su chi ricade la colpa? Sui curatori, sugli scrittori, sui tempi? Forse su di me che vivo di altra fantascienza ma non sono nostalgico al punto da rifiutare cio’ che di buono mi capita sottomano. Forse un diverso intendere questo si percio’ dico fateci un giro, non e’ da escludersi che altri con questo racconti si entusiasmino.