ROMA – Influenza aviaria, il timore maggiore è che si possa trasmettere da uomo a uomo, oltre che dal contatto con i polli. Il nuovo ceppo del virus, l’H7N9, ha già ucciso in Cina 23 persone. L’Organizzazione mondiale della sanità lo ha definito “uno dei più letali del suo genere”.
La paura di una mutazione che lo renda ancora più pericoloso è talmente forte che il direttore dell‘Istituto statunitense per le malattie infettive e le allergie (Niaid), Anthony Fauci, sta già lavorando ad un vaccino.
”E’ impossibile prevedere quando questo virus muterà e si trasmetterà da uomo a uomo, ha spiegato il virologo americano, ma è proprio per questo che prendiamo la situazione molto seriamente e ci stiamo preparando a questa eventualità”.
Il virus dell’influenza aviaria H7N9 è stato individuato per la prima volta nella forma attuale in marzo, ma in realtà sta circolando da molto tempo e ha legami di parentale con due virus circolati in Europa: l’H7N7 (2003, Olanda) e l’H7N1 (1999-2000, Italia).
Uno studio pubblicato recentemente dalla rivista Lancet ha confermato per la prima volta che sono stati i polli a trasmettere all’uomo per primi l’influenza del tipo H7N9 in Cina.
Il direttore del Niaid ricorda che finora non sono stati identificati casi di contagio tra esseri umani di questo ceppo di aviaria in base ai risultati dei ”meticolosi esami” effettuati dalle equipe sanitarie cinesi. ”Se ci fossero state prove del contagio tra umani, sarebbero venute già fuori. Questo è incoraggiante, ma dobbiamo comunque essere pronti a questa eventualità”.
Nonostante le rassicurazioni, infatti, il sospetto è più che concreto: come ha fatto notare Ilaria Capua, ricercatrice dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, proprio il fatto che ”si è alla ricerca di un’evidenza del passaggio del virus tra uomo e uomo vuol dire che quindi esiste il sospetto che questo sia già avvenuto”.
I primi studi clinici del vaccino dovrebbero cominciare al Naiad a fine maggio o all’inizio di giugno e test clinici estensivi tra luglio e agosto.